Servizi inaccessibili ai disabili: gradini e ascensore stretto a Villa Braila

Lodi, la denuncia di una mamma. Il direttore: presto ci trasferiremo

Paola Gualdoni con il figlio Alessandro davanti all’ingresso (Cavalleri)

Paola Gualdoni con il figlio Alessandro davanti all’ingresso (Cavalleri)

Lodi, 27 aprile 2016 - "Prima di recarmi alla sede del Consorzio Servizi alla Persona, una settimana fa, ho chiesto al telefono se c’erano barriere architettoniche: mi è stato risposto che c’erano un paio di gradini e l’ascensore. Invece i gradini sono sei e l’ascensore è troppo stretto e la carrozzina non ci passa. Io e mio marito abbiamo dovuto sollevare di peso nostro figlio 33enne, di circa 75 chili, disabile dalla nascita, e reggerlo in ascensore fino al secondo piano". A denunciare la situazione di un Consorzio che offre servizi sociali alle persone e che, paradossalmente e contrariamente alla legge, non ha un accesso per disabili, è Paola Gualdoni, col figlio Alessandro e il marito, Giuseppe Corrù.

Da oltre 10 anni il Consorzio ha sede a Villa Braila, all’interno dell’omonimo parco, un edificio comunale che, al piano terreno, ospita anche locali di studio/biblioteca per studenti, ma non ha una rampa, nè un ascensore a norma: "Già all’esterno, nonostante il parco, la biblioteca, il Consorzio, non esistono parcheggi per disabili (nè in via Zalli, né in prossimità degli incroci con i viali Rimembranze o Piacenza, ndr) – sottolinea la famiglia, che risiede a Cavenago d’Adda –; poi la sede inaccessibile ai disabili; infine, all’interno, pavimenti sconquassati". "Tre settimane fa un tecnico del Comune, dopo un sopralluogo, ha promesso di sistemare le piastrelle del pavimento – spiega Andrea Varischi, coordinatore del servizio disabilità del Consorzio –; abbiamo effettuato alcune segnalazioni, perché abbiamo una dipendente con disabilità, qualche problema con mamme con passeggini o persone che non deambulano bene".

Ma il Consorzio servizi è in affitto e avrebbe potuto rifiutare la sede di villa Braila, sapendo delle barriere architettoniche: "E’ stata una scelta del cda, dopo aver valutato diverse soluzioni – afferma Varischi –. L’obbligo di legge c’è, ma per il Consorzio è importante essere in Lodi, servito da bus e treni, e vicino al centro, per i rapporti costanti con Questura e Tribunale per i minori. Poi, in genere, noi incontriamo le persone nei comuni di residenza". E’ questo l’aspetto rimarcato dal direttore del Consorzio, Giorgio Savino: "In dieci anni non abbiamo avuto problemi anche perché noi incontriamo le persone al loro domicilio o nei rispettivi comuni, non tanto per le barriere nella nostra sede quanto per non caricarle del disagio dello spostamento: i nostri operatori effettuano circa 80 mila chilometri all’anno. L’unica alternativa per garantire l’accesso al pubblico, che di norma non abbiamo, sarebbe mettere una rampa sugli scalini, ma ci sono problemi con la Soprintendenza, e poi ricevere la gente a piano terra. Il nostro obiettivo, comunque, è trasferirci, presumibilmente entro fine anno, al Cfp di piazzale Forni, che dirigo da marzo. Siamo in fase progettuale: come Cfp contiamo di effettuare adeguamenti in estate per trasferire la scuola al secondo piano e poi sistemare i locali sottostanti, già dotati di scivoli e ascensore a norma, per farne la sede di Consorzio Servizi e Ufficio di piano".