Legnano (Milano), 8 novembre 2020 - Le imprese ci provano. L’Altomilanese, durante i mesi estivi, si è dato da fare per cercare di rialzare la testa dopo le difficoltà derivate dallo stop di oltre un mese imposto dal Governo a causa dell’emergenza sanitaria. I dati forniti dal Centro Studi di Confindustria Alto Milanese evidenziano infatti per il terzo trimestre dell’anno, quello che va da giugno a settembre, un timido recupero rispetto ai bassi livelli dei sei mesi precedenti. Due i settori che hanno mostrato un lieve, seppure gli effetti negativi dell’emergenza da coronavirus si facciano ancora sentire in modo importante, incremento della produzione industriale: il meccanico e quello della moda, con circa il 40% delle imprese comprense nel campione coinvolto dall’analisi di Confindustria che ha mostrato una crescita e solo il 28% una diminuzione. Positivi anche altri indicatori come fatturato, in incremento rispetto al periodo precedente per il 62% delle imprese intervistate, e scorte di prodotti finiti.
La situazione continua ad essere difficile e di certo i prossimi saranno mesi che molto potranno dire sul destino di molte aziende del territorio. Buono si è dimostrato da giugno a settembre anche il flusso di nuovi ordinativi, sia nella componente estera sia in quella interna, e sono sostanzialmente stabili anche i livelli occupazionali. Nonostante gli ostacoli, gli imprenditori dell’Altomilanese dimostrano di aver mantenuto il consueto spirito di sacrificio e di voglia di continuare a fare: la percentuale di imprese che intendono fare nuovi investimenti in macchinari e impianti è salita dal 32% dello scorso periodo sino al 54%. I segnali di miglioramento sono da ricondursi principalmente al sostegno della domanda interna ricevuto, a fronte di una domanda estera che procede in maniera incerta. Anche le prospettive a breve termine sull’andamento delle vendite sono state riviste al rialzo. Con riferimento ai prossimi sei mesi, il 42% delle imprese intervistate - era il 21% nella scorsa indagine - prevede uno sviluppo del fatturato, il 32% un consolidamento, mentre solo un’azienda su quattro si attende un’ulteriore riduzione. Per quanto riguarda invece il settore tessile-abbigliamento e calzaturiero, il flusso di nuovi ordinativi italiani ed esteri è risultato in peggioramento. Le imprese del settore attendono dal prossimo semestre una certa stabilità del fatturato e soltanto un’azienda su tre fra quelle intervistate ha in programma investitmenti.
Nel settore chimico e della lavorazione di materie plastiche, invece, hanno avuto un decremento la produzione industriale e il fatturato. In crescita, però, il portafoglio degli ordini, soprattutto quelli interni. Le aspettative di fatturato per i prossimi sei mesi si confermano positive nel 54% dei casi. Lo scenario a settembre, quindi, non si presentava così disastroso come i mesi precedenti. Il problema ora è rappresentato da quello che potrà accadere da qui all’inizio del prossimo anno. L’emergenza sanitaria continua, tanto in Italia quanto nel resto del mondo, e i provvedimenti governativi si susseguono dando particolare instabilità al mercato. Proprio per questo motivo, i prossimi saranno mesi particolarmente interlocutori.