PAOLO GIROTTI
PAOLO GIROTTI
Cronaca

“Via Verdi”, la resa. Chiusi i negozi in centro: "Un segnale d’allarme"

Legnano, dichiarata fallita la Mimax srl proprietaria di quattro punti vendita. Ferrè di Confcommercio: "Cambiano le abitudini, il cuore della città si svuota".

Quattro negozi a marchio Via Verdi hanno abbassato le saracinesche nel cuore della città

Quattro negozi a marchio Via Verdi hanno abbassato le saracinesche nel cuore della città

Quattro negozi che fanno capo allo stesso marchio risultavano ieri chiusi dopo una sentenza del tribunale di Busto Arsizio che il 7 febbraio ha dichiarato la procedura di liquidazione giudiziale per la Mimax Srl, società che ha sede in via Verdi a Legnano e alla quale fanno capo, appunto, alcuni dei negozi che portano l’insegna Via Verdi e che punteggiano il centro cittadino. È questa l’inattesa novità che riguarda il contesto commerciale più nobile di Legnano e che, come prima conseguenza, oltre a mettere in forse alcuni posti di lavoro, rischia anche di “spegnere qualche luce” dei negozi che punteggiano il centro cittadino e che concorrono alla sicurezza complessiva dell’area.

Sotto il marchio Via Verdi sono riuniti una decina di negozi di abbigliamento, tutti con vetrine affacciate sulle vie principali del centro di Legnano. Il primo - aperto dal proprietario di quella che sarebbe poi diventata una piccola galassia, Cosimo Tomaselli - risale a 25 anni fa e aveva trovato spazio proprio in via Verdi (ieri chiuso), mentre il più appariscente è senza dubbio quello che occupa lo spazio all’angolo tra via Palestro e corso Garibaldi, enorme, articolato su tre piani complessivi e, nella giornata di ieri, ancora regolarmente aperto.

L’ultima avventura del patron di Via Verdi era stata poi, dopo la pandemia, la diversificazione attraverso l’apertura di un bar, direttamente confinante con il negozio più grande. I dati camerali indicano per la società ora in liquidazione, un fatturato nel 2024 che superava i 4 milioni e 672mila euro e un numero di 28 dipendenti.

Nella sentenza del tribunale di Busto Arsizio, il giudice Elisa Tosi specifica che i creditori e i terzi interessati hanno ora 30 giorni per presentare le domande di insinuazione e ha stabilito per martedì 27 maggio 2025 il giorno per l’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato. "Non voglio entrare nella procedura giudiziale ed è evidente che avrà una propria strada – è il primo commento del presidente dell’associazione territoriale di Confcommercio, Paolo Ferrè, una volta avuta la notizia –: certo non fa piacere sapere che un imprenditore che per tanti anni ha investito nelle attività della città si possa trovare, così come è capitato a tanti altri dal periodo Covid in poi, in un momento di difficoltà. Certo si deve riflettere anche sul potenziale svuotamento dei centri storici che le abitudini di consumo modificate negli ultimi anni possono provocare e sullo spegnimento di numerose vetrine nel pieno del centro cittadino. Sono fenomeni che poi possono portare riflessi in tutta la città e accettarli senza reagire costituirebbe una sconfitta per tutti".