Super reattore a fusione nucleare, in campo anche la Bama di Turbigo

C’è l'azienda di Nicola Budelli tra le numerose realtà coinvolte. Metterà la sua firma al super impianto in via di costruzione in Francia

Nicola Budelli

Nicola Budelli

Parla anche italiano il progetto Iter per la realizzazione del più grande reattore a fusione nucleare del mondo. Più precisamente parla lombardo perché tra le numerose aziende coinvolte nel progetto, anche la Bama di Turbigo metterà la sua firma sulla realizzazione del super reattore in via di costruzione a Cadarache nel sud della Francia e destinato a produrre energia pulita attraverso la fusione nucleare proprio come avviene all’interno del nostro sole. L’azienda turbighese nata nel 1976 e specializzata nel trattamento delle superfici metalliche, si occuperà delle tubazioni di raffreddamento all’interno della "ciambella" toroidale pesante 1380 tonnellate dove si svilupperanno le condizioni limite per accendere il sole in miniatura destinato a rivoluzionare il mondo delle energie alternative. Nicola Budelli (50 anni) titolare insieme alla sorella Elena dell’azienda fondata dal padre Mario, non nasconde una certa soddisfazione nel descrivere il traguardo raggiunto.

"Il coinvolgimento in questo progetto è una sfida che ci riempie di orgoglio. La Bama conta una sessantina di dipendenti, agli occhi dei giganti che stanno costruendo “Iter” è proprio una piccola realtà, il nostro impegno e la nostra professionalità hanno fatto la differenza. Attraverso la rete dei nostri clienti coinvolti su larga scala in questa realizzazione, siamo stati contattati per eseguire i lavori di lucidatura dei fasci tubieri nel cuore del super toroide". ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) è un progetto dal costo stimato di 20 miliardi di euro alla cui realizzazione concorrono aziende europee, giapponesi, statunitensi, russe, cinesi, indiane e coreane in una sorta di maratona comune per dare al pianeta un futuro più green. "Si certo un’opera faraonica che coinvolge più di mille persone provenienti da ogni parte del mondo, un chiaro esempio che la ricerca scientifica non conosce confini politici, sociali o diplomatici. Io sono stato a Cadarache qualche giorno fa e posso assicurare che a trionfare è solo il primato della ricerca scientifica e del progresso".

Un grande risultato per la sua impresa. "E’ il frutto di una visione sociale dell’imprenditoria, noi puntiamo a rafforzare la collaborazione con le Università e i centri di ricerca per unire l’aspetto pratico del nostro lavoro con la teoria sempre rivolta al futuro". In poco meno di cinquant’anni siete passati da un organico di cinque dipendenti ad oltre sessanta lavoratori tra tecnici operai e impiegati, c’è una chiave di lettura di questo successo? "Sicuramente la collaborazione tra i diversi settori dell’azienda. Lavorare in gruppo è oggi indispensabile, io non riuscirei da solo a portare avanti tutti i progetti che abbiamo in corso, il team aziendale costituito da tutte le maestranze è a mio parere, l’arma vincente. Bisogna però essere un tantino visionari, umili nel riconoscere i propri limiti e soprattutto capaci di innovarsi". La Bama andrà scrivere un pezzo di storia nell’imprenditoria lombarda insieme a tante altre aziende, alle nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro cosa consiglia? "In Italia tutta la ricchezza che abbiamo è per lo più prodotta dall’industria manifatturiera, e quindi è determinante coltivare questa capacità di trasformare che sotto alcuni punti di vista, è unica nel mondo".