CRISTIANA MARIANI
Cronaca

Franco Tosi, annunciati 47 esuberi: "Così non firmiamo accordi"

La denuncia dei sindacati: un quarto dei lavoratori dovrà lasciare la fabbrica. Il patron Presezzi punta il dito contro scelte passate e apre al dialogo

Franco Tosi Legnano

Legnano (Milano), 31 ottobre 2019 - Uno su quattro. Un dato che fa riflettere e che può gettare qualche ombra pesante sulle possibilità di rilancio della Franco Tosi. Un dato che però va valutato anche a seconda di alcune variabili. Durante l’incontro fra rappresentanti sindacali, proprietà dell’azienda ed esponenti di Regione Lombardia che si è svolto ieri pomeriggio il termine “esuberi” ha fatto la propria comparsa diverse volte. E non soltanto come concetto teorico. Il numero di lavoratori che potrebbero essere indicati come “esuberi” è di 47 unità, circa un quarto rispetto ai 170 dipendenti totali.

Cifra che, su un totale di 170 dipendenti, potrebbe fare davvero la differenza fra un’azienda che ha intenzione di rilanciarsi e una che si prepara soprattutto a snellire la propria struttura. «Un’intesa che prevede così tanti esuberi di certo non ci può trovare d’accordo - tuona Mirco Rota della Fiom Cgil - e per questo motivo non firmeremmo mai un documento che approvi un comportamento di questo genere». Oltre alle lungaggini per l’acquisizione dell’area, ad allarmare i sindacati è il numero di posti di lavoro che sarebbero tagliato. «Se Presezzi intende scrivere questa storia con noi, non deve partire dalla fine - sottolinea Christian Gambarelli della Fim Cisl -. Se si comincia dagli esuberi, si impedisce ogni tipo di discussione possibile su un eventuale accordo. Avrei preferito che in questo primo incontro la proprietà avesse parlato di piano industriale più che di esuberi».

«Gli esuberi non dipendono da noi - analizza Alberto Presezzi -. Avevamo avanzato al commissario straordinario due proposte di acquisto dell’area, una con l’intero perimetro e senza esuberi e un’altra a perimetro parziale e con la previsione di esuberi per forza di cose, ed è stata accettata la seconda. Il reparto di lavorazioni meccaniche non fa parte del nostro perimetro, quindi saremo costretti ad affidare queste operazioni all’esterno e non per nostra volontà. Ci dispiace, non abbiamo più quel reparto. Non è detto che poi questi esuberi non si possa riuscire a mitigarli in qualche modo». Determinante a questo punto diventerà l’incontro di martedì al ministero per lo Sviluppo economico.