Teleriscaldamento, tempo di scelte Al vaglio il collegamento all’ex Accam

Il tema “caldo” sbarca in Consiglio dopo che il sistema ha evidenziato i suoi limiti: il numero di utenze ha superato la capacità massima e, nelle situazioni di picco, l’acqua non arriva a temperatura

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di Paolo Girotti

Il sistema di teleriscaldamento gestito da Amga e che serve circa settemila utenze tra Legnano e Castellanza è di fronte all’ennesimo bivio: questa sera il consiglio comunale, infatti, dovrà dare un primo via libera all’iter che, se i finanziamenti richiesti arriveranno a destinazione, condurrà al progetto di collegamento da milioni di euro tra la rete cittadina e il termovalorizzatore di Borsano gestito da Neutalia, aggiungendo così una nuova puntata alla ventennale e travagliata storia di un impianto che, proprio in questi ultimi giorni, ha messo in mostra con assoluta evidenza i suoi limiti. Il voto dei consiglieri, infatti, arriva proprio dopo una settimana di enormi difficoltà per tutto l’impianto, con lamentele che hanno riguardato la situazione di alcuni edifici scolastici collegati all’impianto e di condomini collocati in diverse zone della città.

Cosa è successo a un impianto che nella sua storia - iniziata nel 2002 con l’inaugurazione alla quale aveva preso parte anche l’allora presidente della Regione Roberto Formigoni – è stato definito da differenti presidenti di Amga, a seconda dei momenti, come un impianto perfettamente strutturato oppure come un’ormai sgangherata "Alfasud"? È successo che il teleriscaldamento, semplicemente, non riscalda, perché a quanto pare il numero di utenze collegate ha ormai superato la capacità massima del sistema così che, nelle situazioni di picco, l’acqua non arriva alla temperatura necessaria negli edifici collegati, facendo venir meno l’efficacia del sistema complessivo. Quello che i consiglieri comunali di Legnano saranno chiamati a votare questa sera, dunque, è semplicemente un attodi indirizzo che, se approvato (cosa che è data per scontata) darà mandato ad Amga di proseguire poi sulla strada del progetto di collegamento con il termovalorizzatore di Borsano gestito da Neutalia, società partecipata da Cap Holding, Agesp, dalla stessa Amga e che, ciliegina sulla torta in una situazione già complessa, si è scoperto essere al centro di un’indagine della Procura. Il collegamento a doppia tubazione con il termovalorizzatore estenderebbe il sistema di teleriscaldamento permettendo di immettere acqua calda per alimentare il sistema a una temperatura di mandata di 120 gradi centigradi. L’investimento stimato è di 19 milioni di euro.