Legnano, chiesti tre anni e mezzo di carcere per l'ex sindaco Fratus

Chiesta la stessa pena anche Maurizio Cozzi, tre anni per Chiara Lazzarini e per tutti e tre cinque anni di interdizione dai pubblici uffici

Gianbattista Fratus, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini

Gianbattista Fratus, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini

Legnano (Milano), 22 febbraio 2020 - Tre anni e sei mesi di reclusione più 900 euro di multa per l'ex sindaco Gianbattista Fratus, stessa pena per il suo vice Maurizio Cozzi e tre anni e 900 euro di multa per l'ex assessore ai Lavori pubblici Chiara Lazzarini. Per tutti loro, inoltre, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Queste sono le richieste che il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha avanzato al giudice Daniela Frattini durante la requisitoria fiume del processo Piazza Pulita che si è svolta ieri al tribunale di Busto Arsizio. 

Un'udienza durata oltre otto ore, durante le quali il pm ha ripercorso passo per passo gli episodi contestati ai tre imputati. Imputati fra i quali mancava Maurizio Cozzi, che non si è presentato all'udienza di ieri. Presenti invece, come quasi sempre dall'inizio di questo processo, Chiara Lazzarini e Gianbattista Fratus. Nella sua lunga requisitoria, Nadia Calcaterra ha puntato il dito soprattutto sulle modalità con le quali sono avvenute le nomine di Enrico Barbarese a direttore per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano, di Flavio Arensi come curatore di alcune mostre e di altre due figure ai vertici di Euro.Pa e Amga. Nomine non sempre poi diventate effettive. 

Nei numerosi esempi di sentenze e pronunciamenti prodotti davanti al giudice, il pubblico ministero ha citato anche quella di una condanna eccellente, ovvero quella dell'ex governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni il quale era stato condannato nell'ambito dei contratti per Expo con l'accusa di aver fatto assumere la propria assistente storica all'interno della società controllata proprio dalla Regione cioè Eupolis. "Questo dimostra che serve una procedura comparativa dei curricula dei candidati, lo ha stabilito la Corte d'appello di Milano" ha affermato Calcaterra.

La quale ha poi passato in rassegna tutti i casi delle nomine, soffermandosi in particolar modo a più riprese sul ruolo di Chiara Lazzarini, "che pur non avendone titolo si inseriva in vicende del Consiglio comunale e di Amga". Dopo l'udienza di ieri, la parola passa ora alle altre parti coinvolte, che saranno chiamate a fare la loro requisitoria dal 6 marzo. Poco meno di un mese prima della sentenza, che è prevista per il 3 aprile.