Pusher accoltellato, ancora sangue nel Rugareto

È stato visto da un passante uscire dai boschi dello spaccio in via Da Vinci, in fuga dall’ennesimo regolamento di conti fra bande

Boschi del Rugareto a Rescaldina

Boschi del Rugareto a Rescaldina

Rescaldina, 8 aprile 2022 - Ancora sangue a pochi metri dal bosco della droga. Non si ferma la scia di delitti che riguardano la cittadina di Rescaldina, balzata agli onori delle cronache prima per l’omicidio efferato di Carol Maltesi, poi per la sparatoria che ha ucciso un marocchino per questioni legate allo spaccio. Ieri, poco prima delle 12, un altro fatto cruento di cronaca in via Da Vinci, a pochi metri dell’area dove viene smerciata la droga. Un uomo di 41 anni è stato trovato con ferite da taglio. L’uomo sarebbe stato ferito per la strada all’altezza del civico 2 della strada. Un’aggressione finita nel sangue. Il 41enne è stato stato soccorso dall’ambulanza e all’automedica della Sos Uboldo, ma sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Rescaldina e del Nucleo Radiomobile di Legnano.

Riverso per terra e pieno di sangue è stato inizialmente soccorso da alcuni passanti che hanno dato l’allarme. L’uomo sembrava molto più grave rispetto a quanto in realtà è stato confermato dai medici, dopo essere stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Legnano dove è stato medicato e giudicato guaribile in pochi giorni. Secondo una prima ricostruzione, sulla quale indagano i carabinieri della locale stazione, l’uomo sarebbe stato visto uscire dall’area boschiva in cui da anni prosegue senza interruzione l’attività di spaccio da parte di bande di nord africani. L’uomo è stato ferito da un’altra persona, ma non ci sono testimoni che hanno assistito all’aggressione nè alla dinamica dei fatti. Il quarantunenne sarebbe di origine nord africana. Si indaga quindi nel mondo della droga perchè potrebbe la vittima far parte di qualche banda che agisce all’interno dei boschi dove è in atto una faida fra clan di spacciatori per il controllo del territorio.

Soltanto qualche giorno fa c’è stato l’omicidio di Bouda Ouadia, immigrato irregolare e senza fissa dimora, colpito da un proiettile alla nuca a pochi metri di distanza dal ferimento di oggi, verso via Gerenzano. La morte del 24enne marocchino, riconosciuto grazie alle impronte digitali, fa emergere un problema legato al regolamento di conti fra spacciatori nord africani che ormai hanno preso il controllo di tutta l’area del Rugareto. Gli spacciatori sono quasi tutti di origine marocchina, spesso pregiudicati e senza fissa dimora e documenti. Fatti di sangue che proseguono ormai da anni ad iniziare dall’omicidio di Abib Modou Diop, senegalese di Borgomanero ucciso a colpi di arma da fuoco nel 2019 dal marocchino Ahmed Cherif, condannato in contumacia a 25 anni.

L’assassino dopo l’omicidio è scappato in Marocco dove, coi proventi della droga ha costruito casa e vive da uomo libero nel suo paese di origine senza che le autorità italiane possano chiederne l’estradizione. Nel settembre del medesimo anno un 30enne marocchino fu gambizzato nel medesimo bosco sempre per questioni inerenti lo smercio di sostanze stupefacenti. La zona è da tempo off limits per i cittadini che hanno paura ad avvicinarsi anche alla strada per paura che escano dalla boscaglia le sentinelle dello spaccio. Una situazione ormai fuori controllo da tempo che sta sempre più degenerando.

A Inveruno, infine, martedì un altro spacciatore maghrebino è stato ridotto in fin di vita martedì pomeriggio dopo essere stato accoltellato una decina di volte da un tossicodipendente napoletano. Il pusher era andato a casa del quarantenne per reclamare il denaro di un dose non pagata. Per sfuggire alla furia del partenopeo è volato giù dal balcone, al primo piano. è in prognosi riservata al San Gerardo di Monza.