Legnano, tremila nuotatori in cerca di una piscina

Tanti sono gli utenti che frequentano le vasche dell’impianto legnanese interdetto al pubblico perché la struttura è pericolosa: Amga sport è alla ricerca di una soluzione

La piscina "Ferdinando Villa" di viale Gorizia a Legnano

La piscina "Ferdinando Villa" di viale Gorizia a Legnano

Legnano (Milano), 16 novembre 2019 - La piscina ha chiuso i battenti, e non si sa ancora esattamente per quanto tempo, ma è già arrivato il momento di affrontare le dirette conseguenze di questo evento. Se nulla è stato possibile fare per il Trofeo Sprint organizzato dalla Rari Nantes (manifestazione che oggi avrebbe ospitato circa 600 atleti pronti a scendere in vasca), ancora più complesso sarà gestire i circa tremila frequentatori dell’impianto di viale Gorizia, messi “in mezzo alla strada“ da un giorno all’altro e ancora senza una soluzione.  Ieri l’amministratore unico di Amga sport, Elisabetta Martignoni, è intervenuta con una lettera indirizzata a utenti, collaboratori, dipendenti e cittadini legnanesi. Una missiva vergata per chiedere pazienza e qualche ora di tempo: «Desideriamo comunicare che stiamo elaborando soluzioni alternative, al fine di limitare quanto più possibile il disservizio causato dalla chiusura temporanea della piscina di Legnano – ha scritto Martignoni –. Assicuriamo che sono già stati disposti gli opportuni interventi, grazie alla fattiva collaborazione di tutti gli enti preposti. Contiamo, pertanto, sulla vostra comprensione e disponibilità, affinché si possa tornare quanto prima a utilizzare una piscina più bella e sicura». Martignoni chiude la lettera ringraziando tutti per la comprensione, ben sapendo che ce ne sarà davvero bisogno. 

Riepilogando la situazione: l’area che ospita la vasca  nella parte più recente dell’impianto natatorio (la vasca a otto corsie è stata inaugurata nel 1997) sarà, praticamente da subito, sottoposta a un intervento per frenare le infiltrazioni dal tetto che rischierebbero di compromettere la copertura in legno e le pareti dell’impianto. Quanto tempo sarà necessario? Non meno di due settimane, sempre che non si presentino ulteriori problemi. Per l’area della vasca più vecchia, invece, il problema è notevolmente più complesso e dunque è impossibile fare previsioni sui tempi e sui modi che potrebbero, eventualmente, portare al recupero dell’impianto. Tutto questo avrà un effetto immediato su quanti, come detto oltre tremila, frequentano la piscina nei vari corsi e attività qui organizzate: anche una volta che la vasca A sarà riattivata il problema non sarà per nulla risolto perché solo una minima parte dei corsi potrà trovare posto, più o meno temporanamente, in questi spazi dimezzati. 

Dunque? Si lavorerà in queste ore per cercare di comprendere in prima battuta se sarà possibile spostare parte degli utenti e dei corsi alla piscina di Parabiago, sempre gestita da Amga sport. La seconda opzione potrebbe essere quella di trovare un accordo con i gestori degli altri impianti della zona (Cerro Maggiore e Busto Garolfo) che hanno però già una propria utenza consolidata e spazi risicati. Tutto questo, ben inteso, a patto che siano gli stessi utenti ad accettare il “trasloco” in un altro impianto fino a data da destinarsi. Da qualsiasi prospettiva si voglia considerare la situazione e malgrado l’impegno che enti e società stanno mettendo nella possibile soluzione di questo problema, la cosa certa è che questo ultimo caso assume i contorni dell’ennesimo colpo inferto ad Amga sport e ai bilanci già traballanti della società che gestisce gli impianti natatori di Legnano e Parabiago. Prima dell’esplosione del vetro che, a cascata, ha provocato poi l’indagine tecnica e la chiusura degli impianti, per mesi era rimasto chiuso al transito l’attraversamento al livello sopraelevato che mette in comunicazione le due vasche. Il passaggio era stato considerato pericoloso e per diversi mesi, sino a dicembre 2018, era stato chiuso al pubblico. Forse un segnale che avrebbe dovuto far presagire quanto poi accaduto.