Nerviano: in coma alla festa, amici sotto torchio

La versione del gioco non convince. Il giovane, colpito alla testa, è in gravi condizioni. Si era trasferito da poco a Lainate da Rho

Soccorsi

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Nerviano (Milano), 11 agosto 2019 - Ascoltati e riascoltati. Non si fermano le indagini per scoprire cosa sia accaduto a Luca C. il giovane di 20 anni ricoverato in condizioni gravissime nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Legnano dopo una festa di compleanno. Neanche nel fine settimana che fa da preludio a Ferragosto. I carabinieri del comando di Nerviano stanno interrogando uno a uno i ragazzi che hanno partecipato alla tragica festa del 26 luglio scorso, in un attico di via Giovanni XXIII a Nerviano, nell’Alto Milanese. Cosa sia successo a Luca è ancora tutto da chiarire. Le dichiarazioni raccolte fino a oggi non hanno risolto il mistero. C’è da scoprire cosa abbia causato al giovane quelle terribili lesioni cerebrali provocate da un trauma cranico. Uno scherzo finito male? Un’imprudenza? Un gioco al buio durante il quale il ragazzo è andato a sbattere violentemente contro uno spigolo, per esempio? All’indagine affidata al pubblico ministero Francesca Gentilini della Procura di Milano si aggiungono nuovi elementi, quelli prodotti dalla famiglia che, all’avvocata Paola Padoan a cui si è affidata, ha chiesto di andare fino in fondo.

E dagli approfondimenti richiesti da Padoan è emerso che quelle lesioni che hanno mandato in coma Luca «non sono totalmente compatibili con le versioni fornite agli inquirenti». Appare dunque fragile l’ipotesi che il giovane sia solo precipitato a terra dopo essere stato lanciato in aria dagli amici, che avrebbero poi perso la presa lasciandolo ricadere sul pavimento.

Dev’esserci stato qualcos’altro, un colpo ben più violento alla testa per procurargli quelle profonde lesioni al cervello. L’anello, come lo definisce il legale, che ancora manca all’appello per fare chiarezza sulla dinamica. Scartata invece definitivamente, in quanto ritenuta irrealistica, l’ipotesi a cui per un momento si è pensato, e cioè che Luca possa essere stato scaraventato in aria, quella sera nell’attico, fino a sbattere contro il soffitto. Mentre si cerca di far emergere la verità, le ore in ospedale per i genitori del ragazzo diventano sempre più drammatiche. Gli amici di Luca, neodiplomato all’istituto tecnico industriale statale Cannizzaro di Rho, si sono stretti intorno alla famiglia del giovane.

Per giorni hanno stazionato nei corridoi dell’ospedale di Legnano. La prognosi rimane riservata. Il ragazzo non si è più risvegliato dal coma e respira grazie alle macchine. Le sue condizioni restano critiche, ma allo stesso tempo non sono peggiorate, il che lascia un barlume di ottimismo ai genitori. Luca viveva da pochi mesi a Lainate dove si era trasferito da Rho con la madre. A settembre per lui si sarebbero aperte le porte del mondo del lavoro. «Chiedo sincerità ai ragazzi che si trovavano alla festa con lui, di raccontare come sono andate realmente le cose quella sera. Tutto può essere utile, anche ai dottori, per permettere loro di operare nel modo migliore: chiedo questo per salvarlo», è il nuovo, drammatico appello della madre.