Magenta, violentata fin da bambina: condanna ridotta al parente orco

Gli abusi, arrivati a rapporti completi, sono iniziati quando la piccola aveva 10 anni e sono andati avanti fino ai 15. In Appello sconto di pena di due anni

Violenza

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La vicenda capace di sconvolgere la vita di una ragazza – che con tanta fatica è riuscita a uscire da quel tunnel – è approdata alla Corte d’Appello. Dove i giudici hanno confermato la condanna per violenza sessuale commessa da un adulto ai danni di una minorenne. Riducendo però di due anni la pena nei confronti di un magentino classe 1978 che, attualmente, è ancora agli arresti domiciliari. La pena è così passata dai 12 anni stabiliti nel processo di primo grado con la sentenza emessa nella primavera dello scorso anno, ai dieci anni che il giudice ha comminato ieri nella sentenza di condanna in Appello.

«Avremo le motivazioni tra trenta giorni – commenta l’avvocato della parte offesa, Federica Liparoti – e cercheremo di capire il perché di questa riduzione. Al momento non possiamo che ritenerci soddisfatti della decisione della Corte d’Appello, che ha di fatto riconfermato quanto deciso in primo grado". La vicenda aveva come teatro la città di Magenta e risale a diversi anni fa. In quel periodo l’adulto ora condannato aveva la possibilità di incontrare la vittima per via di un rapporto di parentela. Le violenze sono cominciate a poco a poco per diventare sempre più esplicite e trasformarsi in rapporti sessuali completi.

Oggi la vittima degli abusi ha 22 anni e si è ricostruita, non senza difficoltà, una vita. Studia all’università, lavora ed è convinta di avere fatto la cosa più giusta denunciando le violenze subite da quando aveva soltanto dieci anni fino ai 15, da quando era una bambina quindi fino all’adolescenza. «Lo ha denunciato per evitare che quella persona potesse continuare a fare del male. Non solo a lei ma magari anche ad altre ragazze – commenta l’avvocato Liparoti – I traumi, inevitabilmente, non potevano svanire soltanto con il trascorrere del tempo. Ma la forza di volontà dimostrata dalla mia assistita è stata encomiabile e se siamo arrivati alla decisione di oggi, il merito è soprattutto suo". Dopo le motivazioni della Corte d’Appello non resterà che attendere l’eventuale ricorso in Cassazione. In ogni caso il giudizio finale sarà soltanto di legittimità e non entrerà nel merito di questa sentenza.