L’ex Crespi passa di mano. Asta deserta, ma spunta la sorpresa

Prima della vendita all’incanto era stata presentata anche un’offerta irrevocabile con caparra già versata .

L’ex Crespi passa di mano. Asta deserta, ma spunta la sorpresa

L’ex Crespi passa di mano. Asta deserta, ma spunta la sorpresa

Asta deserta, ma alla fine qualcuno, per una cifra non nota, si è portato a casa la ex Crespi di via Pasubio: ieri avevamo spiegato come non fosse arrivata nessuna offerta, per quanto riguarda il comparto sud di questa area dismessa, malgrado la base d’asta particolarmente bassa, vale a dire fissata a 240mila euro. Prima dell’asta, però, era stata presentata anche un’offerta irrevocabile con caparra già versata: il fatto che non sia stata presentata alcuna offerta in occasione dell’asta, di conseguenza, ha decretato il passaggio di mano dell’area a favore dell’ignoto offerente, altrettanto sconosciuta la cifra versata dal nuovo proprietario.

Oltre al comparto sud della ex Crespi, nell’asta era inserito anche un altro terreno da circa cinquemila metri quadrati a Cuggiono, parte della stessa procedura di liquidazione.

Il comparto nord della ex Crespi, invece, era stato aggiudicato all’asta a Officine Mak, stesso acquirente della ex Manifattura che aveva già proceduto mesi fa con le opere di demolizione dell’esistente.

Sarà ora il nuovo proprietario dell’area a farsi carico delle verifiche e delle bonifiche: nella relazione ambientale predisposta nel 2017 si leggeva che "usando un criterio di massima cautela e facendo riferimento alla situazione riscontrata con rifiuti speciali liquidi, serbatoi interrati e lavorazioni eseguite nell’area, possiamo stimare una cifra da accantonare di circa 1.500.000 euro per eventuali lavori di bonifica". Una cifra che, sempre da quanto risulta nella relazione, potrebbe lievitare sino a quota 3,5 milioni di euro.

La Giovanni Crespi, fondata a Legnano negli anni Trenta, produceva tra le altre cose nell’ultima fase della sua storia tessuti non tessuti e materiali sintetici destinati principalmente ai mercati dell’arredamento, della calzatura, della pelletteria e dell’abbigliamento. L’azienda operava oltre che in Italia, in Polonia, Cina e Brasile quando, nel 2013, ha poi presentato istanza di fallimento.