CASTANO PRIMO, 1 giugno 2018 - «ABBIAMO vissuto quattro mesi che non auguriamo a nessuno. Accusati di omicidio colposo pur senza avere avuto una responsabilità nell’incidente che è costato la vita a un uomo, con la gente del paese che ti guardava con diffidenza, con le nostre mogli e genitori che hanno dovuto rispondere a domande imbarazzanti. Quattro mesi davvero difficili per chi non è mai stato abituato a convivere con accuse così pesanti». E’ un giudizio concorde quello espresso dal sindaco Giuseppe Pignatiello e dagli ex sindaci Dario Calloni, Carlo Miglio e Gian Battista Gualdoni. Nei giorni scorsi il Gip del Tribunale di Busto Arsizio Patrizia Nobile ha ritenuto di non dover procedere penalmente nei loro confronti, e parimenti nei confronti del progettista e dell’impresa che ha realizzato la pista ciclabile che da Vanzaghello scende al Ticino, l’incidente del 9 aprile 2016 costato la vita a Andrea Cavalleri. «DALLE PERIZIE effettuate dai tecnici nominati dalla Procura e di parte è emerso che la responsabilità l’incidente non è dei sindaci – ha spiegato Guido Ranzani, l’avvocato che ha difeso la posizione dei sindaci -. I periti hanno stabilità che solo viaggiando sotto i 53 chilometri orari l’auto avrebbe potuto affrontare la curva senza uscire di strada. Così non è stato». «Nel tratto in cui si è verificato l’incidente la staccionata è a due metri e 70 centimetri dal bordo stradale, abbondantemente oltre il minimo previsto dalle norme di sicurezza vigenti». «La nostra unica responsabilità – ha aggiunto l’ex sindaco castanese Calloni – è stata quella di aver voluto attuare un progetto per favorire i cittadini per raggiungere i boschi e le rive del Ticino.
CronacaProsciolti dall'accusa di "omicidio colposo" i sindaci di Castano Primo