Inceneritore Accam: l’ira della minoranza

La Lega: "Vince Busto, Radice ha chinato il capo". Sarcastico Brumana: "Il sindaco torna a mani vuote"

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di Paolo Girotti

Tutti contro il voto a favore del salvataggio di Accam espresso del sindaco di Legnano, Lorenzo Radice nell’ultima assemblea: chi si è sempre espresso per abbandonare la società al suo destino e chiudere l’impianto fin da subito e anche chi, tutto sommato, avrebbe votato nella stessa direzione. Non saranno mesi facili i prossimi del primo cittadino legnanese, perché i repentini cambi di rotta, del Pd negli ultimi anni e della sua coalizione negli ultimi mesi, non hanno lasciato indifferenti.

"Dispiace turbare la sua euforia per il risultato conseguito, ma è necessario fare presente che ha ottenuto un bel niente – commenta Franco Brumana, del Movimento dei Cittadini, a proposito delle "tre T", terreno, tempo e tutela, che secondo Radice riassumono il risultato ottenuto –. Infatti Busto Arsizio ha sempre avuto interesse a mettere a disposizione in locazione il terreno su cui sorge l’inceneritore perché percepisce un canone esagerato di 365mila euro l’anno. Il progetto di salvataggio non ha previsto, come invece avrebbe dovuto fare, piani economici finanziari e industriali per i quali purtroppo sarà preso tutto il tempo desiderato. Infine non risulta alcuna garanzia a tutela degli assurdi finanziamenti a una società in stato d’insolvenza".

Per la Lega di Legnano, invece, nella vicenda Accam "alla fine hanno vinto Parabiago e Busto. Ha vinto il buonsenso e la lungimiranza di sindaci coraggiosi che hanno deciso di promuovere l’interesse sovracomunale". Legnano, a detta della Lega, avrebbe "chinato il capo e incassato la sconfitta" allineandosi alla posizione di Busto Arsizio e Parabiago. "Se avesse fatto qualcosa di diverso, in modo convinto e determinato, non avremmo condiviso la scelta – continuano i portavoce della Lega legnanese - ma avremmo potuto rendergli onore, apprezzandone la determinazione volta a sostenere quanto promesso in campagna elettorale. E invece, nell’estenuante trattativa, Radice è riuscito unicamente a deteriorare i rapporti tra i Comuni soci delle aziende coinvolte nell’operazione Accam, senza mai dare l’impressione di avere le idee chiare".