Impianti pubblicitari, il Tar boccia il Comune

I giudici hanno accolto il ricorso della seconda classificata. Il municipio ora deve riformulare la graduatoria e pure pagare i danni

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di Paolo Girotti

Ci sono gare talmente interessanti dal punto di vista economico che spesso i Comuni che le hanno indette si trovano a fare i conti con ricorsi quasi scontati da parte di chi mal sopporta d’aver perso l’affare. In questo caso, invece, è stato il Tar a decidere (ora che sono trascorsi quasi due anni dalla presentazione del ricorso) che l’errore originario l’aveva fatto il Comune di Legnano, tanto da annullare il risultato di quella gara e obbligare la Giunta del sindaco Lorenzo Radice (nella foto) a pagare anche le spese del giudizio.

La gara è quella della concessione del servizio di installazione, gestione e manutenzione degli impianti pubblicitari per un periodo di nove anni: la gara risale addirittura al 2020 ed era stata allora aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa a favore di PubbliCittà. Fin dal primo momento la seconda classificata, Ipas spa, aveva deciso di presentare ricorso, chiedendo l’annullamento della gara stessa, il risarcimento del danno e l’eventuale subentro nel contratto.

La questione è stata appunto sottoposta al Tar che ha valutato le deroghe applicate dal Comune per arrivare in ultima analisi all’aggiudicazione dell’appalto, e decretato che queste stesse deroghe concesse dal Comune avevano riguardato oltre il 10% degli impianti, pertanto un numero di impianti tale da avere un’incidenza ai fini dell’aggiudicazione. Il Tar ha quindi dato ragione alla seconda classificata, chiedendo di riformulare la graduatoria per collocare la ricorrente al primo posto, accogliendo la domanda di risarcimento del danno.