
di Paolo Girotti
Hanno attraversato la città partendo da uno dei luoghi simbolo del lavoro, l’ingresso della Franco Tosi in piazza Monumento, per raggiungere poi piazza san Magno e la sede del Comune: dall’incontro con il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, e quello di Rescaldina, Gilles Ielo, i rappresentanti dei lavoratori della Emerson di Rescaldina, sono usciti con la consapevolezza che anche la politica del territorio ha un enorme interesse a sostenere la loro lotta. Una lotta che, nel piccolo, è il paradigma di ciò che nessuno desidera per il futuro del territorio: un graduale processo di delocalizzazione di numerose aziende che, con un effetto domino, impoverirebbe l’intero contesto non solo produttivo, ma anche sociale dell’area. Ieri erano in duecento a sfilare per le vie della città per provare a mettere sotto i riflettori quanto sta avvenendo alla Emerson, ex Raimondi, di Rescaldina: la proprietà ha deciso che l’attività di quella che negli anni Ottanta era definita "la Ferrari delle valvole" verrà delocalizzata in Malesia e Germania, togliendo il lavoro a 150 persone, 120 dipendenti diretti e altri 30 impegnati nelle funzioni di supporto.
La decisione arriva dopo una cura dimagrante che negli anni scorsi aveva già condotto al taglio di una sessantina di posti di lavoro, ma non aveva impedito di raggiungere gli obiettivi stabiliti. Lo scorso anno l’azienda ha avuto un fatturato di 37milioni di euro, che quest’anno scenderà nelle previsioni a 27. Come si è usciti dall’incontro di ieri? "È servito per testimoniare la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie - ha detto il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice – ma ciò che più conta è che con il sindaco di Rescaldina vogliamo prendere in mano questa vicenda per dire che tutto il territorio non ci sta a svendere lavoro e know how: non possiamo permetterci una stagione di aggressività nei confronti dei lavoratori". Come riassunto pochi minuti prima dal primo cittadino di Rescaldina, Gilles Ielo: "Più che una crisi è una strategia. Ci stanno rubando un’altra volta la Gioconda, perché è tutto il nostro sapere che si stanno portando via". "È stato un incontro positivo – ha detto poi Antonio Del Duca, di Fiom Cgil Ticino Olona - e i due sindaci ci hanno mostrato vicinanza e la promessa di un impegno concreto ai tavoli istituzionali, non solo la solidarietà. Lunedì incontreremo l’azienda al tavolo degli industriali: non sarà certo un incontro risolutivo, ma ci dovranno dire come intendono operare in modo concreto. E non ci propongano la solita minestra degli ammortizzatori sociali perché non sono il nostro obiettivo: vogliamo il lavoro e qualcuno ce lo sta portando via". "Insieme le altre organizzazioni sindacali – ha ribadito Edoardo Barra, Fim Cisl - saremo presenti a tutti i tavoli e a ogni livello istituzionale per dare soluzioni e visibilità a queste persone che chiedono solo di lavorare per dare un futuro a se stessi e ai loro figli".