
La discarica di Cerro Maggiore
Cerro Maggiore (Milano), 11 gennaio 2019 - La politica locale di Cerro Maggiore e Rescaldina contro l’ipotesi di riapertura della discarica ex Simec. La Lega cerrese, col capogruppo Alessandro Provini, ha inviato una interrogazione all’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo. «Abbiamo raccolto informazioni e documenti sulla vicenda dell’ex discarica e abbiamo trasmesso tutto ai nostri parlamentari al fine di portate questa vicenda sul tavolo del ministro - ha spiegato Provini -. Un percorso fatto senza urla e strepiti perché vogliamo una soluzione». Al ministro Costa i parlamentari della Lega Fabrizio Cecchetti, Fabio Boniardi ed Elena Lucchini hanno chiesto un nuovo accordo di programma per l’ambientalizzazione del terzo lotto con il coinvolgimento diretto del dicastero all’Ambiente.
I punti chiave per bloccare la richiesta ex Simec, oggi Ecoceresc, sono tre: il divieto di conferimento di nuovi rifiuti nell’area sancito dall’accordo di programma del 1999; fattore di pressione riformulato e le mutate previsioni urbanistiche sancite dai piani di governo del territorio di Rescaldina e Cerro. A Rescaldina sulla questione discarica è invece battaglia fra l’attuale sindaco Michele Cattaneo e l’ex sindaco Paolo Magistrali che, dopo essere stato accusato di una collaborazione con Paolo Berlusconi in visita anni fa alla discarica, ha dichiarato: «Paolo Berlusconi aveva visitato Rescaldina e Cerro solo per verificare lo stato di attuazione del programma che prevedeva che nella discarica in questione venissero conferite solo rocce e terre di scavo, tra cui quelle della Pedemontana e dell’ampliamento della Milano-Como.
Non si è mai parlato di una sua riapertura, su cui eravamo e continuiamo ad essere contrari». La risposta del sindaco Cattaneo non si è fatta attendere: «Paolo Berlusconi viene a Rescaldina e a Cerro per confrontarsi sullo stadio della rinaturalizzazione in corso. Peccato che fosse praticamente ferma. È vero quindi, si parlava del completamento della rinaturalizzazione, proprio l’idea che è saltata fuori dopo: rinaturalizzare riempiendo di rifiuti il tutto».
Singolare la storia della discarica di Cerro, nata di fatto tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 quando la città di Milano si trovava in piena emergenza rifiuti. Venne individuata la cava di Cerro Maggiore quale unico sito ove scaricare i rifiuti solidi urbani del capoluogo facendo nascere la discarica più grande d’Europa. Dopo lotte e magistratura, nel 1999 fu approvato un accordo di programma tra Regione Lombardia, Comune di Cerro Maggiore, Comune di Rescaldina, Asl territorialmente competente, Simec, Calcestruzzi Ceruti e Omnia Res per la chiusura della discarica. Negli anni seguenti inizia il nuovo iter progettuale che prevede a carico di Simec l’onere di riqualificare l’ultimo lotto ancora aperto reperando soltanto terre e rocce di scavo.
Nel novembre 2017 Ecoceresc (società che ha sostituito Simec a seguito di una variazione societaria) presenta a Città metropolitana una richiesta per conoscere il fattore di pressione di Cerro Maggiore e dell’area di buffer per avere i dati che le consentano di presentare un nuovo progetto di riqualificazione ambientale della ex discarica. Oggi la richiesta di valutazione di impatto ambientale per la riapertura.