Busto Garolfo, cerca di sedare lite e finisce in coma: "Un eroe, voleva evitare il peggio"

Voleva farli smettere, Massimiliano, ma è finito a terra e ha battuto il capo con violenza. E ora è gravissimo in ospedale

Massimiliano Bossi

Massimiliano Bossi

Busto Garolfo (Milano), 4 settembre 2019 - Eroe per scelta. Scelta di non voltarsi dall’altra parte, di non «farsi gli affari propri», ma cercare di mettere pace a una lite che stava degenerando e avrebbe portato a conseguenze tragiche. Massimiliano Bossi, 48 anni sposato e padre di due figlie, lunedì sera non ci ha pensato un attimo ed è subito uscito dalla focacceria dove lavora con il cognato, e che si trova accanto al luogo in cui stava avvenendo la violenta lite che ha visto un 26enne tunisino, Hamza Guesmi, colpire a coltellate la sua ex compagna, e il nuovo partner della donna reagire con quasi altrettanta violenza. Voleva farli smettere, Massimiliano, ma è finito a terra e ha battuto il capo con violenza. E ora è gravissimo in ospedale.

«Ha sentito le urla – racconta Massimo Luoni, cognato dell’uomo e titolare dell’esercizio commerciale –, ha visto che c’erano delle persone che litigavano e che una donna con un passeggino si trovava in difficoltà. Quindi non ci ha pensato un attimo: è intervenuto». L’esito per lui è stato drammatico e ora, dopo un’operazione d’urgenza alla testa effettuata all’ospedale Manzoni di Lecco ieri sera, Bossi è ricoverato in Terapia intensiva e tenuto in coma farmacologico. La prognosi è riservata. Tutta Busto Garolfo, dove Massimiliano abita con la famiglia nella frazione di Olcella, fa il tifo per lui. «È un uomo che rappresenta la normalità: è sempre stato buono». Così lo descrive il panettiere di Olcella. Dalla focacceria di Massimo e Massimiliano, il giorno dopo la rissa, sono in tanti a passare per chiedere informazioni.

«E pensare che neanche le conoscevamo le persone che sono rimaste coinvolte nella rissa – spiega Massimo Luoni –. Ma Massimiliano è un altruista e se non fosse intervenuto molto probabilmente l’attuale compagno della donna (un ventenne di Cassano Magnago, nel Varesotto, ndr) avrebbe ucciso l’accoltellatore a calci. Era una furia». Furia che Bossi ha cercato di fermare. «Il tunisino era a terra e stava male, l’attuale compagno della sua ex gli si stava avventando contro di nuovo e Massimiliano ha cercato di fermarlo. Ed è successo così che, divincolandosi, quell’uomo lo ha buttato a terra – prosegue Luoni – Massimiliano ha battuto il capo e questo gli ha causato danni importanti. Ora non possiamo fare altro che sperare e affidarci ai medici. Ringrazio i tanti che ci sono vicini». «Massimiliano – sottolinea in lacrime una parente – si è sempre dato da fare per aiutare tutti: è nella sua natura». L’accoltellatore tunisino ora si trova in carcere, accusato di tentato omicidio. La sua ex compagna, accoltellata al collo e alla schiena, dopo un breve ricovero è già tornata a casa dal figlio piccolo. Indagato, ma a piede libero, il nuovo compagno della donna, in attesa che gli inquirenti ricostruiscano con certezza la dinamica dei fatti.