Legnano, pazienti in attesa per dieci ore al pronto soccorso: “Un calvario”

Nessuno nella categoria “medicina” in sala d’aspetto è stato chiamato

Un'ambulanza in un pronto soccorso

Un'ambulanza in un pronto soccorso

Legnano (Milano) - Un girone infernale, dove in una sorta di sospensione immobile si intrecciano le storie e le inutili attese di cittadini di ogni età, in codice giallo o bianco che sia, costretti ad aspettare senza esito per sei, sette, otto ore di fila il proprio turno senza che nessun paziente registrato al triage nella categoria "medicina" venga poi effettivamente chiamato oltre il primo sbarramento: questa è la storia dell’ennesima, a tratti incredibile esperienza vissuta lunedì di questa settimana e che certifica una volta di più la situazione di difficoltà in cui versano i Pronto soccorso della zona, a partire da quello dell’ospedale di Legnano.

Tutto ha inizio nel primo pomeriggio di lunedì, quando i pazienti/numeri in attesa indicati sullo schermo posizionato all’ingresso del Ps legnanese lanciano un primo segnale d’allarme perché riguardano persone arrivate al triage e registrate alle 11 della mattina: le ore passano, l’afflusso non sembra al di sopra della media, ma tutti i presenti non possono fare a meno di notare che nessun numero viene chiamato tra quelli indicati sul tabellone. Il portale dell’emergenza Areu, almeno per quanto concerne gli interventi effettivamente rilevati, non evidenzia una situazione critica: dalla tarda mattina e poi fino al pomeriggio sono due, tre i pazienti che risultano trasportati in codice giallo all’ospedale di Legnano, eppure qui tutto sembra fermo.

Dalle 13 in poi e fino alle 18,30 nulla cambia: ultraottantenni con problemi cardiaci e fibrillazione rilevata in codice giallo, anziani con Alzheimer con la necessità di avere persone che si prendano cura di loro, famiglie con bambini in tenera età ai quali è impossibile spiegare il perché, non possono a ltro che guardare lo schermo, attendere e chiedere lumi. Chi sta dietro lo sportello, però, non fa altro che reiterare la stessa, identica litania: "Ci sono tanti casi gravi". Inutile far notare che nessuno è stato chiamato in tutto il pomeriggio, perché viene negata anche l’evidenza. Inutile domandare una previsione di massima, il minimo sindacale tra le richieste possibili.

Dall’ufficio stampa dell’ospedale di Legnano alle 19 parleranno di "iper afflusso": "alle 14 risultavano in carica 90 pazienti contemporaneamente, alle 19 ancora 74 definiti molti gravi". Fatto sta che tutti hanno potuto verificare in presa diretta che per almeno sei ore di fila nessun paziente nella categoria "medicina" in attesa nella sala è stato chiamato. Le uniche chiamate dal sistema della sala d’aspetto hanno riguardato la sala gessi e, per pochissimi casi, la chirurgia. E così che, da Legnano inizia l’esodo biblico dei pazienti esasperati verso gli altri pronto soccorso della zona, in cerca di una nuova, più contenuta attesa da affrontare.

Molti si ritrovano più tardi alla Mater Domini Humanitas di Castellanza, dove la situazione è la stessa ma gli operatori mettono in campo una maggiore empatia. L’ultra ottantenne in fibrillazione (qui un Ecg viene concesso) e l’uomo con l’Alzheimer si ritrovano proprio qui, ma è come ricominciare da capo: l’attesa, infatti, prosegue senza soluzione di continuità.

Alle 23.30, dopo dieci, undici ore di attesa per alcuni dei presenti arriva la resa. Sfiniti si torna a casa senza essere stati neppure visitati, ringraziando il fatto che, per questa volta, la situazione clinica ha avuto un’evoluzione positiva e con un’unica consapevolezza: il sistema sanità è totalmente saltato per aria.