Atalanta, la favola del terzo portiere Francesco Rossi: a 32 anni il debutto in Europa

Lecchese di Merate, ha praticamente sempre giocato in serie C dove nel 2015 aveva segnato un gol di testa con la Lupa Roma

Francesco Rossi

Francesco Rossi

Bergamo – Le emozioni della ‘prima volta’ non hanno età. Giovedì sera in Polonia l’Atalanta ha regalato l’ebbrezza dell’esordio internazionale, oltre al ventenne milanese Giovanni Bonfanti, anche ad altri due ragazzini lombardi cresciuti nei nostri oratori e poi nel settore giovanile nerazzurro, il 18enne esterno Marco Palestra, milanese, e il 17enne mediano Leonardo Mendicino, brianzolo. Per loro una notte indimenticabile, quella della prima europea.

Ma contro il Rakow nei minuti finali, a precederli sul rettangolo di gioco per il suo debutto internazionale, è stato un altro ragazzo lombardo cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta: il portiere meratese Francesco Rossi. Un ragazzo di 32 anni, dell’aprile 1991. Il suo esordio europeo è passato in sordina, oscurato da quello dei sei ragazzi ‘canterani’, eppure anche la sua è una favola sportiva da raccontare.

Il suo curriculum recita cinque presenze in serie A, in realtà si tratta di brevissime apparizioni: il debutto a 27 anni con cinque minuti a Cagliari nel 2018, un paio di minuti a Reggio Emilia contro il Sassuolo nel 2019 nella notte della festa per la prima qualificazione in Champions, qualcosa in più, una ventina di minuti, in una gara del luglio 2020 contro il Brescia, quando Gian Piero Gasperini sul 6-1 lo mandò in campo. La sua unica vera presenza risale al febbraio 2022, in una gara casalinga contro il Cagliari: il titolare Juan Musso viene espulso nella ripresa per un’uscita fuori area, il vice Sportiello non sta bene e Gasp lancia Rossi, per una mezz’ora finale difficile, con la Dea sotto di un gol, sotto di un uomo e il Cagliari che in contropiede raddoppia subito dopo il suo ingresso.

Rimane quella la sua unica vera apparizione da protagonista, poi di nuovo i minuti finali all’ultima gara, lo scorso giugno contro il Monza. Fino alla notte polacca, con il debutto nelle coppe europee. Il suo nome dice poco anche ai più accaniti appassionati di calcio. Nessuno lo acquista al ‘fantacalcio’. Perché è il terzo portiere, quello che non gioca mai. Eppure quella del lecchese Rossi è una storia bella, da raccontare anche ai ragazzini delle scuole calcio. Di un professionista serio, che lavora con impegno in allenamento (nelle amichevoli compie sempre interventi da applausi), che fa gruppo, che aiuta anche non giocando. Approdato nel vivaio atalantino a soli 10 anni, ha fatto tutta la trafila fino alla Primavera, facendo da riserva a Marco Sportiello, oggi al Milan, prima di andare in C, partendo dalla Lombardia. Il Lumezzane, quindi il Pavia, poi in giro, al Cuneo, al Teramo, al Prato, fino a Roma, nella Lupa Roma che nel 2014-15 giocava nella terza serie. Li’ il lecchese "atalantino" Rossi vive la sua giornata da ricordare.

È il 18 gennaio del 2015 la sua Lupa sta perdendo in casa contro il Messina per 1-2, al 93’ c’è un calcio d’angolo, con il classico assalto all’arma bianca: tutti i ‘lupi vanno in attacco, anche il portiere. Palla in area e Rossi con un’incornata da bomber trafigge il collega. Poi il ritorno a Bergamo, per fare il terzo.  Gasperini lo elogia sempre, i tifosi lo apprezzano: nell’Atalanta che in questi sette anni e mezzo ha vinto tanto c’è stato anche il suo contributo silenzioso, anche senza giocare mai la domenica.

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