Ritrovare il posto di lavoro, Lecco è al top

L’ufficio per l’impiego è d’eccellenza: ricolloca il 50% dei richiedenti

Roberto Panzeri, direttore del Centro per l'Impiego

Roberto Panzeri, direttore del Centro per l'Impiego

Lecco, 27 novembre 2018 - «È giusto il tentativo di arginare la povertà, che in Italia colpisce cinque milioni di persone. È sbagliato, a mio parere, collegare il reddito di cittadinanza al collocamento, che non si fa con una legge ma mettendo le aziende nelle condizioni di assumere. E poi diciamolo francamente: da Roma in giù ci saranno poche cose da offrire a quei cittadini che usufruiranno del redditorio di cittadinanza». Roberto Panzeri, da 42 anni dipendente della provincia di Lecco, non usa giri di parole ma dalla sua ha la forza dei dati, quella del Centro per l’Impiego che dirige dal 2007 e che ha portato a performances d’eccellenza.

Nel 2017 delle 4200 persone che si sono rivolte agli sportelli ne ha collocate 2082 (50%). Non solo: è aumentata (+17%) la quota dei disabili a cui è stato trovato un posto di lavoro mentre, grazie al fondo di garanzia giovani, il 98% dei ragazzi che si è rivolto all’Ufficio. Certo, a mantenere basso il tasso di disoccupazione (5%, secondo solo a Bolzano e Trento) aiuta il tessuto economico provinciale (24mil a aziende). Non è però un exploit isolato ma un dato che si è consolidato negli anni perché nel 2009, anno della sua creazione, l’unità di crisi dell’Ufficio per l’Impiego di Lecco ha seguito 61 crisi aziendali, trovando impiego a 1301 lavoratori (di cui 45 all’attività autonoma) sui 2594. Un esempio di efficienza che però non piove dal cielo. «Innanzitutto va dato merito alla Regione Lombardia che ci ha lasciato la competenza in materia nonostante la legge Delrio prevedesse un accorpamento». Il Centro per l’Impiego di Lecco può contare su 26 operatori di ruolo, tra le sedi di Lecco e Merate, e 20 collaboratori esterni che «producono ricavi tra i cinque-seicento mila euro all’anno che la Regione stessa ci restituisce come dote unica di lavoro: è un circolo virtuoso, grazie al quale possiamo garantire sempre servizi di prim’ordine». Si potrebbe fare molto di più «perchè se il nostro rapporto è un operatore ogni seicento lavoratori, in Germania i dipendenti dei centri sono 110mila (contro i 7.500 dell’Italia) e il rapporto è di un operatore ogni 45 lavoratori».

Numeri che da soli non bastano a chi decide di fare questa professione. «Mai dimenticarci che di fronte abbiamo persone, che magari perdono il lavoro a cinquant’anni dopo aver lavorato per venti-trent’anni in fabbrica e non sanno nemmeno cosa significhi fare un curriculum al pc altrimenti rischiano la disumanizzazione della burocrazia come racconta il regista Ken Loach nel suo film “Io, Daniel Blake”». E dal marzo prossimo il lavoro aumenterà perchè si prevede saranno settimila circa i nuclei in provincia che richiederanno il reddito di cittadinanza. E Panzeri la butta lì: «Abbiamo già invitato il ministro Di Maio a venire da noi».