
di Daniele De Salvo
Il verdetto è stato emesso e l’ordine di “uccidere“ la Voss di Osnago è stato ormai pronunciato, ma i 70 operai e impiegati non vogliono arrendersi all’ipotesi licenziamento. Da ieri mattina, con agli altri 30 colleghi di un secondo stabilimento del gruppo al momento risparmiato, sono in sciopero e presidiano in picchetto giorno e notte i cancelli della torneria di via Antonio Stoppani affinché nessuno entri né esca e soprattutto non venga smantellato alcun macchinario. Socrate Rossi, l’ad della società di prodotti idraulici fondata nel 1954, che fino al 2016 si chiamava “Larga“ prima di essere acquisita da imprenditori tedeschi, ha cercato di far trasferire alla casa madre in Germania alcune apparecchiature, nonostante le trattative per valutare altre ipotesi siano ufficialmente ancora in corso.
Tute blu e amministrativi tuttavia riusciti a bloccare i camion per il trasloco. Per scongiurare il rischio che la situazione degenerasse ulteriormente sono dovuti intervenire anche i carabinieri, mentre il prefetto di Lecco Castrese De Rosa ha convocato una riunione urgente. "Purtroppo non è servito a nulla, nonostante l’opera di mediazione i proprietari non intendono retrocedere su nulla", riferiscono Lorena Silvani della Fim Cisl e Domenico Alvaro delle Fiom Lecco. Il tavolo di concertazione è stato riaggiornato a questo pomeriggio, probabilmente però della Voss non si presenterà nessuno, chiaro segno che la decisione è presa, ma anche un pesante sgarbo verso tutti i rappresentanti istituzionali e chi per Natale ha ricevuto in regalo la comunicazione di licenziamento. Tra i 70 32 sono donne, molti sono di mezza età e non dispongono di particolari qualifiche.