REDAZIONE LECCO

"Valutare se la criminalità ci può condizionare"

La discussione sull’adozione di un Codice antimafia per prevenire le infiltrazioni

È stato l’ex prefetto di Lecco Castrese De Rosa a richiamare all’ordine i vertici e tutti i soci di Silea, mettendoli in guardia dal rischio di infiltrazioni mafiose. Nonostante le voci, tra cui quelle sulla rapida carriera del sospettato di essere vicino alla criminalità organizzata all’interno delle gerarchie della Spa pubblica della spazzatura, e un’inchiesta da parte dei magistrati della Dda di Brescia sul suo coinvolgimento in presunto traffico illecito di 180 tonnellate di rifiuti, nessuno aveva infatti mai assunto prima provvedimenti formali. In seguito alla prima informativa prefettizia del 26 marzo 2021 è stata poi finalmente commissionata la stesura di un Codice Antimafia, appellandosi tra gli altri all’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna.

"Si rende necessaria o, quantomeno auspicabile, svolgere un’analisi preventiva e continua del territorio e del contesto, rivolta ad individuare e valutare il pericolo che le organizzazioni criminali, localmente insediate, possano condizionare l’attività dell’azienda, strumentalizzandola per il conseguimenti di vantaggi illeciti", si legge nella delibera discussa dal CdA di Silea il 27 maggio 2021 sull’adozione di un Codice Antimafia interno. In quel momento da inizio anno in provincia di Lecco erano già state chiuse 11 società a rischio di infiltrazioni colpite da altrettante interdittive antimafia e Silea ha rischiato di essere la dodicesima del 2021.