DANIELE DE SALVO
Cronaca

Un polo educativo nella villetta della camorra

Osnago, 5 enti non profit hanno manifestato interesse a gestirla

di Daniele De Salvo

La villetta della camorra diventerà un centro educativo o una comunità per giovani o adulti. Al momento già cinque operatori del terzo settore tra associazioni di volontariato ed enti non profit hanno formalmente manifestato interesse a gestire la villetta delle Marasche a Osnago, confiscata tempo fa ad un camorrista 60enne del clan di Michele Zagaria "Capastorta", boss indiscusso dei casalesi. A loro potrebbero aggiungersene altri, perché i termini per presentare un progetto non sono ancora scaduti. Lo ha annunciato il sindaco Paolo Brivio durante l’ultima riunione dei componenti della Consulta sociale. Bisognerà però pazientare parecchi mesi, forse più di un anno, perché l’immobile venga realmente recuperato e diventi un simbolo concreto dell’antimafia. Al momento infatti mancano i fondi per ristrutturarlo e quindi occorre che venga pubblicato un nuovo apposito bando regionale per ottenere fino a 150mila euro di contributi destinati a coprire il 90% delle spese per il recupero dei beni sottratti alla criminalità organizzata.

"Come Comune non siamo in grado di gestire in autonomia il bene confiscato né di sobbarcarci gli interventi di ristrutturazione di cui necessita per poterla restituire alla comunità – ha spiegato il primo cittadino -. Prima di diventarne proprietari dobbiamo quindi trovare un soggetto sociale che ci affianchi in modo da poter beneficiare dei contributi per sistemarlo". "Spesso crediamo che il crimine organizzato sia distante dalla nostra realtà – ha aggiunto il capogruppo di maggioranza Federico Dusi -. Invece non è così e questo bene lo dimostra, ma ci offre anche l’occasione di riflettere su questo tema". A mettere a disposizione l’ormai ex villetta della camorra è l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Già nel 2018 il Comune era stato contattato dall’ Anbsc per la villetta, ma all’epoca era ancora occupata, sebbene abusivamente, dai familiari dell’ultimo proprietario che l’aveva acquistata investendo i soldi sporchi incassati dai traffici illeciti a cui partecipava.