
Da sinistra Paolo Arco con la squadra di A2
Lecco, 31 maggio 2019 - Anche un campo di padel – in assoluto il primo in provincia dedicato alla disciplina dalla fusione tra tennis e squash e oggi di gran moda soprattutto tra vip e calciatori – tra le tante novità nell’ampio restyling al Tennis club Lecco. Ruspe ed escavatori sono già all’opera per completare un progetto ambizioso dal costo complessivo di 360mila euro. «Siamo partiti con i lavori alla nuova tribuna - ci spiega il direttore Paolo Arco -, che dovrà servire i campi 7 e 8: lo richiede il regolamento che per i match di A2 impone 180 posti a sedere per il campo principale e novanta per il secondario». Nel progetto è stato inserito anche un più potente impianto di illuminazione e una nuova palestra, che in realtà il club non ha mai avuto.
«Utilizzavamo uno scantinato mentre ora saranno 140 metri quadri completamente accessibili ai disabili, per i quali in futuro vogliamo proporre dei tornei». Un altro capitolo riguarderà i due campi attigui al ristorante che saranno dotati di una copertura rimovibile, di cui attualmente erano sprovvisti. «È un bell’investimento che ammodernerà il nostro club e lo renderà più appetibile». Il Tennis club Lecco venne fondato per iniziativa di una trentina di appassionati, capitanati dall’ingegner Angelo Beretta (il fondatore delle Caldaie Beretta, oggi Gruppo Riello) che nel 1960 donò al Comune a titolo gratuito il terreno su cui costruire la struttura che oggi si estende su una superficie di dodicimila metri quadrati e può contare su trecento soci, ai quali si aggiungono quasi duecento bambini che seguono i corsi e un altro centinaio di persone esterne che frequentano con regolarità palestra e lezioni. L’attuale presidente è Maurizio Faravelli, che insieme al consigliere Matteo Calvi, hanno redatto a loro spese il mega progetto di rilancio, a cui il Comune (proprietario della struttura) contribuirà con 150mila euro. Una mano la daranno anche gli stessi soci. «Grazie al sistema degli sport bonus i soci che sottoscriveranno un contributo da 10mila euro - spiega Arco - potranno detrarne una percentuale nella dichiarazione dei redditi». In otto hanno già risposto sì perché lo sport resta un investimento socio-culturale proprio come aveva sempre pensato l’ingegner Beretta.