
Una quarantina di dipendenti dei bar del centro ha mandato una lettera al sindaco
Lecco - Meno tavolini significano meno clienti, meno soldi e probabilmente meno dipendenti. Sono preoccupati per il loro futuro i dipendenti dei bar e dei locali pubblici del centro di Lecco. Con il nuovo regolamento comunale sull’occupazione del suolo pubblico potrebbero saltare molti tavolini e molte sedie all’aperto e con i tavolini e le sedie pure i posti di lavoro. Per questo una una quarantina di dipendenti degli esercizi pubblici del “salotto buono“ di Lecco hanno scritto una lettera aperta al sindaco Mauro Gattinoni e agli assessori, chiedendo di ripensarci. "Regolamentare lo spazio pubblico significa ridurre il numero dei tavolini esterni ai locali – si legge nella missiva firmata da 37 lavoratori dei bar di piazza Mario Cermenati e piazza XX Settembre -. Questa eventualità di preoccupa, perché significa che le imprese per cui lavoriamo subiranno una riduzione di fatturato, che comporterà una riduzione dei costi, ed in particolare quelli del personale. Quindi qualcuno di noi sicuramente perderà il posto di lavoro". Tutto ciò tra l’altro al termine di un periodo estremamente difficile come quello della pandemia e del lungo lokcdown da Covid, in concomitanza con altre crisi in corso che sono quelle energetica e della guerra in Ucraina e all’inizio della stagione turistiche che potrebbe invece aiutare gli operatori del settore scampati all’emergenza sanitaria, ma che così rischiano il colpo di grazia.
«Credevamo che il periodo più buio fosse passato – prosegue la lettera -. Purtroppo potrebbe non essere così. Adesso rischiamo il posto di lavoro: non per cattiva gestione delle imprese da parte dei datori di lavoro, ma per un provvedimento del Comune in nome di non sappiamo cosa". Tra l’altro nessuno sembra si sia mai lamentato dei tavoli in centro sul lungolago. I lavoratori dei bar e dei locali puntato il dito pure contro i rappresentanti sindacali di categoria: in loro difesa non si è espresso nessuno, sebbene alcune realtà contino anche una ventina di dipendenti. "Non abbiamo mai letto prese di posizione del sindacato sulla questione, nemmeno un semplice interessamento – confermano i diretti interessati -. Poi si lamentano che molti di noi non sono interessati alla politica".