
di Daniele De Salvo
Si è addormentato con in bocca la sigaretta accesa che gli è caduta sul letto in cui era costretto perché gravemente malato, trasformandolo in una pira. Il rogo si è rapidamente propagato a tutta la casa, divenuta un immenso forno. L’amico che lo assisteva è riuscito di peso a trascinarlo fuori. Ora Attilio Gerosa, 55 anni, è ricoverato in prognosi estremamente riservata al Centro ustioni del Niguarda. Ha riportato ustioni di secondo grado profondo e terzo sul 30% del corpo a volto, collo e tronco ed è stato operato d’urgenza. Il 44enne che lo accudiva a turno è rimasto invece intossicato, ma dopo qualche ora di osservazione è stato dimesso. L’incendio è divampato l’altra notte in un appartamento di un complesso residenziale di via Francesco Baracca, zona Caleotto di Lecco. "Sembrava l’inferno", riferiscono scioccati i vicini, che sono stati sgomberati.
"Mai visto nulla del genere qui a Lecco in città", commenta esausto uno dei vigili del fuoco che hanno lavorato ininterrottamente per 8 ore filate fino a metà mattina per spegnere ogni focolaio. Hanno dovuto aprirsi un varco con le cesoie pneumatiche nel tetto in lamiera come fosse una scatola di latta poter entrare nell’abitazione, le cui pareti sono state letteralmente cotte e quasi sciolte a causa delle temperature elevatissime generate dalle fiamme che hanno bruciato tutto. Per arginare la furia delle fiamme e spegnerle hanno operato i pompieri di cinque squadre intervenuti con un’autoscala, due autopompe serbatoio, un’autobotte e un mezzo per il trasporto e la ricarica delle bombole d’aria. Sul posto, la mattina seguente, si è presentato anche il sindaco Mauro Gattinoni, che ha voluto sincerarsi personalmente di quanto accaduto. Dai primi accertamenti sembra che il disastro sia stato innescato da un mozzicone di sigaretta acceso. Il 20 gennaio a Villatico, a Colico, un 95enne è morto per un incendio in casa, come il giorno prima una 79enne dopo un’agonia di due settimane per un rogo divampato nella sua abitazione ai palazzoni di Malgrate.