Maria Pia Mazzata e Massimo Frigerio
Perledo (Lecco) - Gli angeli custodi invece che le ali spesso indossano una divisa, che hanno sempre cucita addosso, anche quando non sono in servizio. Massimo Frigerio, 54 anni, indossa ad esempio l’uniforme di agente Polizia locale di Garbagnate Milanese, dopo aver vestito anche quella di vigile del fuoco discontinuo a Milano; sua moglie Maria Pia Mazzata, 58 anni, ha invece il camice da infermiera dell’ospedale di Carate Brianza. Loro sono gli angeli custodi di Cesare, lecchese di 63 anni, e della sua compagna Olga, ucraina profuga di guerra di 39 anni, che martedì pomeriggio stavano annegando entrambi nel lago a Perledo, dove Massimo e Maria Pia abitano.
Olga annaspava, Cesare invece era sprofondato. "Li conosco, stavo nuotando vicino a loro e li ho sentiti urlare – racconta il ghisa ex pompiere -. Quando li ho raggiunti Olga mi si è aggrappata addosso e stava trascinando sotto pure me. Per fortuna so come comportarmi, ho pure il brevetto da sommozzatore di primo grado. Sono così riuscito a trascinarla fino a riva". Poi, guidato dall’alto dalla moglie affacciata al balcone, Massimo è riuscito a individuare pure Cesare: "Era sotto a 5 o 6 metri, ho fatto un bel respiro e trattenuto il fiato, mi sono immerso, l’ho raggiunto e trascinato a galla per un braccio. In acqua ho fatto più fatica con Olga che sia agitava, mentre lui era incosciente". Cesare era cianotico e non respirava. "Con mia moglie che per anni ha lavorato in pronto soccorso abbiamo cominciato a praticare le manovre di primo intervento – prosegue Massimo -. Ha vomitato l’acqua e riacquistato conoscenza". Nel frattempo sono intervenuti i vigili del fuoco e i volontari del Soccorso bellanese arrivati in gommone con i sanitari di Areu. Cesare, dopo essere stato inizialmente ricoverato in ospedale a Gravedona, ieri è stato già dimesso. Ora è a casa con la sua Olga.