Retesalute, fuggi fuggi di collaboratori L’emergenza economica non è finita

Evasione di massa da Retesalute. Solo nei primi quattro mesi del 2021 sono scappati dalla rinata municipalizzata dei servizi sociali in Brianza salvata dall’orlo del fallimento 2 dipendenti su 5, 1 su 5 nell’ultimo triennio. Lo rileva Antonio Colombo, ex sindaco di Casatenovo tornato alla ribalta pubblica come nuovo presidente del Cda dell’azienda speciale: "Il tasso di abbandono del nostro personale è stato del 40% quest’anno e del 21% negli ultimi tre anni". A scatenare il fuggi fuggi è stato innanzitutto il rischio paventato a lungo della chiusura di Retesalute, in seguito al quale chi ha potuto ha cercato per tempo un nuovo posto per non restare senza lavoro, magari migrando verso altri entri pubblici. Pure gli stipendi relativamente bassi previsti dai contratti nazionali, senza la possibilità magari di straordinari per arrotondare un po’ la busta paga non aiutano di certo. Attualmente comunque i dipendenti di Retesalute sono 55 a cui si aggiungono 11 liberi professionisti a partita Iva: tra loro ci sono 12 assistenti sociali, 10 educatrici ed educatori, 14 operatori impegnati sul fronte della tutela dei minori e 16 tra direttore, responsabili vari e impiegati amministrativi, sperando che l’emorragia di risorse umane si blocchi. "La nostra azienda ha perso il 40% del proprio capitale -. prosegue il neo presidente della municipalizzata del servizi sociali brianzoli, perché secondo lui e non solo lui il valore di Retesalute è innanzitutto quello delle persone che vi lavorano -. Occorre che si valutino i motivi che hanno provocato tante defezioni". Per cercare di rimpolpare le fila degli organici sono stati banditi alcuni concorsi. Nonostante Retesalute sia risorta dalle proprie ceneri come araba fenice, Antonio Colombo avvisa pure che l’emergenza economica non è cessata. Nonostante tutti i debiti pregressi siano stati sanati. D.D.S.