Reddito di cittadinanza per due anni: la truffa di un condannato per legami con i boss

Indagato dalla Procura per truffa ai danni dello Stato il 67enne è finito davanti al gup di Lecco per rispondere dei 17.906 euro indebitamente ricevuti

Ingresso Procura a Lecco

Ingresso Procura a Lecco

Galbiate (Lecco) -  Era finito in carcere nell’operazione Oversize, aveva avviato un’attività imprenditoriale e cessata quella e terminato di scontare i 5 anni di carcere dell’inchiesta su traffici illeciti e legami con la ’ndrangheta, ha chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. Il primo anno – 2019 – tutto è filato liscio fino al 2020 quando è stata introdotta l’obbligatorietà di indicare eventuali condanne definitive e non l’ha fatto. Così la Guardia di Finanza, scoprì che G.G., 67 anni, residente a Galbiate, non aveva titolo per ottenere il sussidio nel 2020. Indagato dalla Procura per truffa ai danni dello Stato il 67enne è finito davanti al gup di Lecco per rispondere dei 17.906 euro indebitamente ricevuti.

Il gup l’ha rinviato a giudizio per il reddito di cittadinanza percepito nel 2020. G.G.  era tra i nomi più famosi – anche per il suo passato - dei 70 soggetti finiti nella rete delle Fiamme Gialle lecchesi per l’indebito sussidio assegnato. Era titolare di imprese nate e poi cancellate . Condannato in via definitiva a 5 anni con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nel 2019 e 2020 ha chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza, visto che è nullatenente. Senza indicare le codanne. Ma il suo legale Alessandra Maggi ha ottenuto l’annullamento del decreto che dispone il giudizio per mancanza di una condizione di procedibilità: a G.G. non è stato notificato il 415 bis (l’avviso di conclusione delle indagini) dalla Procura. Così procedura da riavviare.