
Lecco, 9 settembre 2023 – Aggredito e rapinato da tre ragazzi in branco della catenina che gli aveva regalato il nonno, in pieno giorno e in pieno centro, mentre stava andando al lavoro. È successo a Lecco. La vittima è un 24enne di Mandello del Lario, a cui uno dei giovani rapinatori ha stretto il braccio attorno al collo per immobilizzarlo e un altro gli ha puntato contro il coltello. “Questa è stata l'ora più assurda e brutta della mia vita – confida - Mi sono visto la morte in faccia”
Il racconto
A raccontare la rapina è lo stesso 24enne. “Lecco centro, ore 15,30 di un lunedì lavorativo qualsiasi. Mi sto recando al lavoro, pronto a iniziare il mio turno in un locale sul lungolago cittadino. Mi accorgo di tre giovani che si stanno avvicinando. Non ci faccio particolarmente caso, finché uno di loro non mi blocca con un braccio attorno al collo e una gamba davanti alla mia per farmi cadere e strapparmi la collana che ho al collo. Gli altri due sono pronti a intervenire. Il più giovane tiene in mano uno spray al peperoncino”.
L'inseguimento e il coltello
Il mandellese li ha inseguiti: “Si allontanano, ma io li inseguo per farmi restituire la collana, un ricordo di mio nonno da cui non mi separo mai. A quel punto uno dei tre mi minaccia con un coltello. Desisto, tuttavia, in quel momento, scatta dentro di me qualcosa, probabilmente dettata dalla ingiustizia appena subita, che mi spinge ad agire con lucidità e sangue freddo. Avverto subito i carabinieri, che intervengono immediatamente e decido di seguirli”
La fuga in stazione
“I tre, di origine nordafricana - prosegue il 24enne - si dirigono alla stazione e salgono su un treno fermo al binario 2. A quel punto avviso anche gli agenti della Polizia Ferroviaria, che intervengono prontamente. I tre scendono e cercano di dileguarsi lungo il sottopasso che porta verso il centro commerciale Meridiana e alla fine vengono fermati dagli operatori delle forze dell'ordine. Sono le 16,30. Questa è stata l'ora più assurda e brutta della mia vita. Mi sono visto la morte in faccia”.
Le domande
“Ma quante rapine avevano già fatto? - si chiede il giovane -. Quante persone avevano già derubato, spaventato e minacciato? E quante altre bande come questa circolano rendendo sempre più insicuro e pericoloso il nostro territorio, dove sono cresciuto e che amo? Lo spavento è stato forte, ma ancora di più la rabbia per l'ingiustizia che sono stato costretto a subire impotente. Rabbia al pensiero di altri che hanno vissuto la mia esperienza senza avere la possibilità di reagire”.
Non è questo che voglio
“Non è questo che voglio – dice la vittima dell'ennesimo episodio di violenza in città -. Io voglio poter girare tranquillamente, di giorno e di sera, senza dovermi guardare in continuazione alle spalle. Voglio andare a lavorare e sapere di arrivare incolume al mio posto di lavoro. Al lavoro, poi, ci sono andato. Ho finito il mio turno per non lasciare in difficoltà i colleghi, nella speranza di ritrovare un equilibrio in quella normalità che hanno cercato di strapparmi”.
Il precedente
In settimana in staziona a Calolziocorte una signora di 53 anni è stata scippata dal collier d'oro che indossava. Stava andando a fare la spesa passando dal sottopasso della stazione.