Pronto soccorso e liste d’attesa Via agli incentivi anti-gettonisti e più regìa sulle prenotazioni

Gli indirizzi di Bertolaso per la sanità lombarda nel 2023: "Non solo soluzioni tampone". Cento euro all’ora ai medici per gli straordinari in emergenza, freno al ricorso alle coop

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MILANO

di Giulia Bonezzi

Soluzioni temporanee" per le emergenze, a partire dai pronto soccorso che rischiano l’overbooking invernale, e qualche pietra sulla strada della "riorganizzazione" della sanità lombarda per affrontare la cronicità delle liste d’attesa: gli "indirizzi di programmazione 2023" approvati dalla Regione per quel Welfare che vale quasi l’80% del bilancio (19,766 miliardi per il 2022) sono i primi dell’era Guido Bertolaso. "Per la prima volta da tre anni approvati in tempo utile", sottolinea l’assessore: "Non abbiamo risolto i problemi, ma impostato operazioni finalizzate a migliorare". E ringrazia "tutte le forze politiche" che hanno approvato stanziamenti all’uopo al bilancio regionale.

Come quelli che dal 1° gennaio garantiranno cento euro d’incentivo per ogni ora extra prestata da medici degli ospedali pubblici in pronto soccorso, mentre per il personale del “comparto” "spero di chiudere in settimana un accordo coi sindacati", spiega il direttore del Welfare Giovanni Pavesi. Il premio ai dipendenti serve anche a rendere meno appetibili licenziamenti finalizzati a rientrare da gettonisti, attraverso "certe cooperative nate come funghi", chiarisce Bertolaso; e gli ospedali dovranno farsi autorizzare per contrattualizzarne di nuove.

Sui pronto soccorso, aggiunge l’assessore, si agirà sia in “filtraggio”, attraverso la centrale integrata per smistare le ambulanze e l’estensione degli "ambulatori temporanei diffusi" per chi è senza medico di base, sia per liberare letti nei reparti: rinviando la chirurgia non urgente e dirottando persone ricoverate per ragioni "più sociali che sanitarie", spiega Pavesi, su strutture per subacuti; ogni Ats fino a fine marzo potrà contrattualizzare fino al 20% di posti in più, a Milano il Trivulzio ne ha messi a disposizione cento e altri si aggiungeranno all’ospedale militare di Baggio. Per alleggerire l’attesa degli anziani in pronto soccorso con un codice minore, aggiunge l’assessore, "siamo la prima regione ad autorizzare i caregiver ad accompagnare" over 65, allettati o barellati dopo il triage, "compatibilmente con la situazione". Anche sul fronte liste d’attesa si lavorerà sull’emergenza (prorogati fino al 31 marzo reclutamenti straordinari e incentivi) e in prospettiva, per aumentare gli slot del 10% rispetto al 2019 e fornendo alle Ats un "cruscotto" per sorvegliare tempi ed esposizione delle agende sulla rete regionale di prenotazione, con l’obiettivo di arrivare al "Cup unico". Intanto, degli oltre 65 mila lombardi con un appuntamento fuori tempo massimo su 10 prestazioni più critiche, in 15 giorni ne sono stati contattati 17 mila per anticiparlo nella stessa struttura. "Ma il 30% rifiuta - spiega Bertolaso -. C’è un problema di adeguatezza delle prescrizioni, sul quale lavorerà la Direzione Welfare"

Ce n’è anche un altro: "Abbiamo ospedali, ad esempio nella prima cintura di Milano, che non saturano le agende", chiarisce Pavesi. Per far sì che la “libertà di scelta“ non diventi libertà di aspettare in massa lo stesso ospedale, dal 2023 le visite di controllo potranno essere prenotate dallo specialista o dal medico di base. E chi non troverà posto nei tempi giusti dovrà essere preso in carico dall’Asst competente in base alla sua residenza.