
Nel forno di Calusco d’Adda verranno bruciati fino a 110mila tonnellate di rifiuti all’anno al posto delle 30mila attuali
Respiriamo un’area peggiore e la nostra salute sarà ancora più a rischio di quanto giù non lo sia. Non hanno perso solo i sindaci e gli attivisti dei comitati. È la sconfitta dei diritti cittadini.
A battere i cittadini per gli attivisti dei comitati Rifiuti Zero Lombardia e La Nostra Aria sono stati i giudici del Tar che hanno confermato l’autorizzazione a bruciare fino a 110mila tonnellate di rifiuti all’anno, al posto delle 30mila attuali, nel forno inceneritore del cementifici di Calusco d’Adda.
Un’autorizzazione contro cui diversi sindaci del Meratese hanno presentato ricorso appunto ai magistrati del Tribunale amministrativo regionale di Brescia, per l’impatto che avrà pure sull’aria e sulla salute dei cittadini. Secondo i giudici però la legge e le procedure sono state formalmente rispettate. Tuttavia restano i dubbi sulla sostanza, perché già l’incidenza dei casi di tumore al seno e ai polmoni in zona è superiore alla media.
Per questo il pronunciamento dei magistrati del Tar non significa la fine della mobilitazione contro l’aumento dei rifiuti che verranno bruciati per alimentare gli impianti di produzione del clinker. "La nostra battaglia però non si ferma. Saremo al fianco dei nostri amministratori nel presidiare gli spazi di controllo, con particolare attenzione all’indagine epidemiologica indipendente che hanno dichiarato di voler realizzare", assicurano dai comitati, che mettono in guardia: in Lombardia sono attivi 12 dei 37 inceneritori di tutta Italia, dove vengono bruciati annualmente 2 milioni di tonnellate di rifiuti, il 36% dei quali proviene da fuori regione.
"Un assurdo e un azzardo cui non ci rassegneremo mai", è la promessa dei sindaci e degli attivisti.
D.D.S.