
Un camion della Perego
Cassago Brianza (Lecco), 26 gennaio 2017 - Più che una società di costruzioni edili e di movimento terra quella che era la Perego Strade di Tremoncino di Cassago Brianza era una vera e propria impresa di trattamento abusivo dei rifiuti. Lo hanno confermato ieri anche i giudici dell’Appello di Milano che hanno confermato il verdetto di colpevolezza emesso in primo grado lo scorso febbaio a Lecco contro ai titolari Ivano e Claudio Perego, condannati rispettivamente a 2 e 1 anni di reclusione per reati ambientali.
I due fratelli imprenditori hanno in pratica sepolto spazzatura nei cantieri di cui si stavano occupavano, tra le province di Lecco, Como e della Brianza, in modo da risparmiare i costi per il corretto trattamento e smaltimento, il tutto con la complicità e l’appoggio degli ‘ndranghetisti con cui si erano messi in affari nel tentativo di salvare la storica azienda di famiglia dal fallimento.
Proprio per i rapporti con esponenti di spicco della criminalità organizzata di stampo mafioso tra l’altro l’ex patron del colosso delle costruzioni fallito deve scontare anche un’altra pesante condanna a oltre 10 anni di carcere. I magistrati milanesi nel contempo hanno però ribaltato e cancellato la prima sentenza nei confronti della sorella Elena Perego, condannata preliminarmente ad un anno di reclusione e dei due dipendenti Paolo Sala e Tommaso Ghezzi, condatti invece inizialmente a 1 anno e 4 mesi.
Secondo quanto emerso dalle indagini migliaia di tonnellate di rifiuti di diversa origine sono stati depositati senza autorizzazione nell’area della ex cementeria di Cassago Brianza, più di centomila metri cubi di macerie da demolizione provenienti da svariati cantieri, depositati poi sepolti in alcuni cantieri della zona nel periodo tra il 2008 al 2009. Si sospetta che i siti utilizzati come discariche siano parecchi, tra questi anche il sottosuolo dell’ospedale Sant’Anna di Como, oppure della linera ferroviaria Milano – Lecco, nella tratta del raddoppio tra Carnate e Airuno, piuttosto che nella miniera di Cassago e lo svincolo di Lurago d’Erba.