DANIELE DE SALVO
Cronaca

Milano-Lecco, assemblea di pendolari a Osnago: "La metà dei treni subisce ritardi o stop"

La denuncia: "La situazione appare peggiorata". E il sindaco rincara la dose: "Mio figlio 48 volte in ritardo a scuola"

Un momento della partecipata assemblea di Osnago sul trasporto ferroviario locale

Osnago (Lecco), 14 dicembre 2019 - Più delle metà dei treni che corrono avanti e indietro sulla Milano – Lecco via Carnate viaggiano in ritardo. Significa che un pendolare su due dei 30mila passeggeri che utilizzano i treni della S8 arriva in ritardo al lavoro e a scuola al mattino o a casa la sera, o non ci arriva proprio.

In base ad un monitoraggio effettuato dagli attivisti del Comitato dei pendolari del Meratese, su 662 treni complessivi tenuti d’occhio tra fine novembre e inizio dicembre emerge che solo 312 sono giunti a destinazione in orario, cioè il 47,3%. I convogli che hanno marciato tra i 6 e i 10 minuti di ritardo sono stati 167 pari al 25,23%, quelli che hanno accumulato oltre 10 minuti di ritardo sono stati 135 ovvero il 20,39%, 30 pari al 4,53% sono stati limitati nel percorso, mentre 18, ossia il 2,72%, non sono mai partiti né arrivati poiché cancellati.

Tradotto: il 53% dei treni ha viaggiato in ritardo o non ha mai viaggiato e con essi quasi i 16mila passeggeri che li hanno utilizzati per spostarsi, sebbene si tratti di un numero figurativo sottostimato, poiché la maggior parte dei ritardi e delle soppressione sono state registrate durante le ore di punta del mattino e del pomeriggio, quando in carrozza salgono molte più persone della media. Rispetto a inizio anno la situazione è inoltre drasticamente peggiorata: durante una precedente campagna di monitoraggio svolta a febbraio era emerso che su 1.351 treni attenzionati, 969 erano approdati in stazione entro i tempi previsti, cioè il 71,72%, il 25% in più delle ultime rilevazioni.

È stato il portavoce del Comitato dei pendolari del Meratese Francesco Ninno a tirare le somme di un servizio di trasporto ferroviario che si rivela sempre più inadeguato tra ritardi, cancellazioni e guasti a treni, passaggi a livello e alla linea, con gravi episodi come quello successo martedì, dove il macchinista del regionale della sera da Lecco per la Centrale ha dovuto arrestate la corsa per una rotaia rotto all’altezza di Airuno. Lo ha fatto l’altra sera in sala civica a Osnago, durante una affollata e partecipata assemblea pubblica dall’emblematico titolo "Caro treno... ma quanto mi costi". "Domandiamo all’assessore regionale alla Mobilità Claudia Maria Terzi di incontraci insieme ai responsabili di Rfi e di Trenord per discutere dei problemi che stiamo subendo da tempo e ai viaggiatori di aiutarci ad essere da tramite con chi di dovere per segnalare le difficoltà che riscontriamo", ha esortato Francesco Ninno.

Il compito degli onori di casa è spettato invece al sindaco osnaghese Paolo Brivio che è anche un pendolare. Con loro due si sono seduti al tavolo dei relatori pure altri primi cittadini sia del Meratese, sia del Casatese, tra cui il borgomastro di Merate Massimo Panzeri: "La situazione è vergognosa – ha raccontato -. Ho già dovuto giustificare 48 ingressi in ritardo a scuola e 8 assenze a mio figlio a causa dei disservizi ferroviari. Bisogna investire di più sulla ferrovia e sui treni, se ci sono risorse disponibili non sperperiamoli in progetti inutili come il prolungamento della tangenz iale Est fino a Olgiate Molgora, ma sul trasporto ferroviario".

Alla riunione sono stati invitati anche il governatore lombardo Attilio Fontana, l’ad di Trenord Marco Piuri, Luca Cavicchioli di Rfi, Giandomenico Auricchio di Unioncamere Lombardia e Angelo Colzani dell’Agenzia del Trasporto pubblico locale di Lecco, Como e Varese. Solo da Rfi, oltre al consigliere regionale dem Raffaele Straniero, hanno accolto tuttavia l’invito con la presenza di uno dei dirigenti Nicola Ruggieri. Secondo Trenord a novembre i treni della S8 Milano–Lecco via Carnate, 70 corse al dì, sono arrivati puntuali il 70% delle volte. Registrati ritardi e cancellazioni solo nel restante 30% dei casi. Regolari dunque 7 treni su 10.