Osnago (Lecco), 27 ottobre 2022 - Era un guerriero stanco di lottare contro le tante, troppe sofferenze e difficoltà. Franco Iantorno, l’80enne di Osnago che l’altra mattina in casa ha ammazzato a coltellate la figlia Rossana di 47 anni, che soffriva di una grave disabilità, per poi uccidersi a sua volta nello stesso modo. Prima quella bambina speciale mai diventata adulta perché imprigionata nel suo mondo, poi la perdita della moglie, più di recente la fiacchezza fisica e mentale per l’età che avanzava e l’allontanamento della sua compagna, un colpo da cui non si era più ripreso e che lo aveva radicalmente trasformato.
Si sentiva solo sebbene non lo fosse perché il figlio più giovane, Michele, lo aiutava e con lui tanti altri; soprattutto però temeva che dopo di lui nessuno si sarebbe preso cura della sua Rossana, che era diventata unica ragione di vita. Nel 2015 aveva pure scritto al governatore lombardo dell’epoca per sollecitarlo a non abbandonare chi si trovava nella sua stessa situazione e non permettere che tutti i costi e le fatiche di accudire chi soffre di handicap ricadano per intero sui familiari: non aveva ricevuto risposta.
"Era depresso, fiacco, rabbuiato e preoccupato", racconta Costantino Scopel, suo coscritto e compagno di mille battaglie per rivendicare i diritti dei loro figli disabili e di genitori con figli disabili. Insieme si erano impegnati nell’associazione Amici del Cse di Brugarolo di Merate per sostenere le attività del Centro socioeducativo poi diventato Centro diurno disabili e sempre insieme avevano fondato Il Granaio di Paderno d’Adda, una struttura per assicurare assistenza continua e posto stabile per le persone non autosufficienti con genitori anziani come loro, oppure rimasti orfani.
"Gli avevo proposto di affidare Rossana proprio agli educatori del Granaio, perché comunque l’avrebbe vista tutti i giorni, non l’avrebbe mica abbandonata; lui però aveva declinato – racconta Scopel – "Fino a quando posso, me ne occupo io", rispondeva sempre". Nonostante l’evidente prostrazione nessuno ha sospettato che potesse compiere ciò che ha commesso. "Da un uomo e papà così non ce lo saremmo mai potuto aspettare", assicurano quanti gli erano vicini. Invece martedì mattina, anziché accompagnare Rossana in piscina a Barzanò, prima di farla finita, l’ha uccisa in quello che per lui è stato un gesto di amore estremo per non abbandonarla.