
Affitti
Olginate (Lecco) - Non si affitta ai neri. Non c’è nessun cartello della vergogna a indicarlo, come succedeva invece per i meridionali negli anni ‘60 e ‘70. Però succede proprio così. Gli agenti immobiliari e i proprietari di casa, a cui si sono rivolti, lo hanno spiegato senza nemmeno troppi giri di parole a Mariam e suo marito, 40 anni lei, 31 lui, mamma e papà originari del Burkina Faso, che abitano a Olginate. Mariam e suo marito hanno due bimbi di 4 anni il più grande e 7 mesi il più piccolo, più un terzo in arrivo. Nascerà a dicembre, come Gesù bambino; e come Gesù bambino, rischia di venire al mondo in strada, perché nessuno vuole affittare casa a mamma e papà, nonostante abbiamo entrambi un posto di lavoro, un contratto e uno stipendio fissi.
"Ci hanno sfrattato – racconta Mariam, con un italiano fluente, senza inflessioni straniere né inciampi nel parlare –. Da mesi cerchiamo un altro appartamento, ma non lo troviamo. Quando chiediamo, all’inizio non ci sono problemi, poi quando ci vedono o scoprono che siamo di colore si tirano tutti indietro". Mariam è un nome di fantasia, il più diffuso tra i burkinabé, perché ha paura di ritorsioni. La storia che raccontano è vera. "Sono una oss, lavoro in una casa di riposo del territorio. Sono in Italia dal 2004. Mio marito è qui con me dal 2018. Lui è un magazziniere in una ditta sempre del territorio. Abbiamo il permesso di soggiorno, siamo assunti regolarmente entrambi e i nostri contratti sono a tempo indeterminato. Abbiamo due entrate fisse. Non siamo ricchi, siamo in 4, presto in 5, ma possiamo permetterci un affitto normale, di 400 euro al mese; se serve, qualcosina di più. Siccome siamo di colore tuttavia nessuno ci affitta nulla. Al razzismo e alle discriminazioni purtroppo siamo quasi abituati, ma che in tanti non vogliano i nostri soldi perché abbiamo la pelle scura non me lo sarei mai aspettata".
Il tempo stringe, a breve dovranno lasciare l’abitazione dove sono adesso perché l’intero palazzo è stato messo in vendita: "Noi abbiamo sempre pagato il canone regolarmente, ma il nuovo acquirente ha deciso di non affittare più a nessuno perché vuole ristrutturare tutto. Ci ha inviato l’ingiunzione di sfratto esecutivo". L’ultimatum scade il 31 dicembre, poi mamma, papà e tre figli saranno messi alla porta, che sarà letteralmente murata, come già succede per gli appartamenti dei vicini che man mano si svuotano. "Vorremmo anche comprare casa con un mutuo, abbiamo le disponibilità economiche – spiega Mariam –. In pochi mesi, così in fretta, all’ultimo momento, le pratiche burocratiche, il trasloco, i mobili... è impossibile riuscirci per tempo. Per questo al momento cerchiamo una soluzione in affitto".
Intanto dicembre si avvicina, il pancione di Mariam continua a crescere e la disperazione e frustrazione aumentano: "Dove andremo? – si domanda sempre più angosciata Mariam, che dovrebbe rimanere più tranquilla possibile per il bene suo e del piccolino che tra qualche settimana partorirà, ma che non può trascorrere l’ultima parte della gravidanza in modo sereno, nella condizione in cui si trova –. Ho attraversato mezzo mondo per venire in Italia e garantire a mio marito e ai nostri figli un’esistenza migliore. Non posso permettere che finiscano in mezzo a una strada".