"Nessuna sentenza ci restituirà Gioele"

Trentadue mesi di carcere per la vita di un bimbo di sette anni. Il papà: "Volevamo sapere perché non c’è più"

Trentadue mesi si carcere per la vita di un bambino di 7 anni. È stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione che non sconterà mai per omicidio stradale Yasir Akbar, il 38enne residente a Carnate che l’11 maggio 2021 a Merate, di fronte alla caserma dei vigili del fuoco, al volante di una Fiat Punto, è piombato addosso al piccolo Gioele Petza di Cernusco Lombardone e anche a sua mamma Janny e a Giorgia, la sua sorella 12enne, che sono invece miracolosamente sopravvissute all’incidente. Gioele, la sorella e la mamma stavano camminando tutti sul marciapiede. "Non mi importa, nessuna sentenza, nessun risarcimento ci potrà restituire Gioele né ci ripagherà dello strazio che affrontiamo ogni giorno da quando lui non è più con noi – commenta il verdetto il papà Massimiliano -. Non cercavamo vendetta. Volevamo solo la verità. Ci saremmo aspettati almeno di scoprire perché Gioiele è morto". Durante il processo non è infatti emerso perché l’automobilista abbia perso il controllo. Secondo il legale dei familiari del bimbo, l’investitore avrebbe avuto un colpo di sonno al volante perché era stava rispettando il digiuno per il ramadan: non avrebbe quindi avuto le forze necessarie per guidare nelle condizioni ottimali. Mancano tuttavia elementi per suffragare la tesi. L’unica certezza è che l’automobilista che ha ucciso Gioele inizialmente aveva accusato un fantomatico pirata della strada. "Se ha un briciolo di umanità si poterà per sempre sulla coscienza il fardello di aver ammazzato un bambino e di aver provocato tanto dolore – prosegue Massimiliano -. E credo non ci sia condanna peggiore da sopportare". D.D.S.