Lecco, inaugurato il Polo della Montagna: ripercorre le imprese sulle vette

Si trova a Palazzo delle Paure

Il polo museale a palazzo delle Paure

Il polo museale a palazzo delle Paure

Lecco, 17 maggio 2019 -  La città e la montagna, un binomio inscindibile da sempre. Ora Lecco ha anche un Polo della Montagna, inagurato proprio ieri a Palazzo delle Paure. Il progetto, fortemente voluto dall’amministrazione comunale in accordo con il CAI Lecco, ha trovato piena attuazione in una città e in un territorio che hanno fatto lo storia dell’alpinismo mondiale. La nuova realtà vede unificate, al terzo piano del Palazzo, le esposizioni dell’Osservatorio Alpinistico (già inaugurato nel 2016) e del Museo della Montagna, in precedenza situato nella Torre Viscontea. È il risultato di un metodico e proficuo lavoro che ha coinvolto settori della cultura, del turismo e del Cai Lecco, proprietario di materiali, reperti, attrezzature, raccolti durante gli anni.

L'idea di costituire una struttura museale fu di Pino Comi, membro dei Ragni di Lecco, nonché fotografo di fama. A distanza di ventotto anni quella visione si è tramutata in realtà, concretizzandosi in uno spazio espositivo di notevole suggestione. Al vernissage sono intervenuti il sindaco di Lecco Virginio Brivio e il vice Francesca Bonacina, l’assessore alla cultura Simona Piazza, Emilio Aldeghi del CAI, Adriana Baruffini e lo scrittore Alessandro Giorgetta che ha presentato Gasherbrum IV “La Montagna Lucente”, racconto della spedizione del 1958 corredato dalle immagini realizzate dall’orientalista Fosco Maraini.

Di quella spedizione facevano parte Walter Bonatti e le glorie dell’alpinismo lecchese Riccardo Cassin (ieri all’inaugurazione anche il figlio Guido) e Carlo Mauri. Il sindaco Virginio Brivio ha sottolineato: «Si tratta di una giornata importante. La mostra supera alcuni luoghi comuni, mettendo insieme l’interattività e le nuove tecniche dell’Osservatorio Alpinistico con oggetti concreti. La scelta mira a valorizzare quanto di buono fatto dal CAI Lecco in questi anni. L’intento è anche quello di mantenere viva e rendere ancora più contagiosa la passione per montagna». Il percorso espositivo narra al visitatore imprese epiche, compiute da uomini che vogliono sentirsi più vicini al cielo.