
MOZZATE
Minacce continue, quotidiane, a lei e alla madre, che non sono finite nemmeno con la carcerazione dell’uomo, un trentenne di origine marocchina, ora condannato con rito abbreviato a 2 anni e 4 mesi di reclusione, al termine del processo che si è svolto davanti al Gup di Como Carlo Cecchetti. L’uomo, accusato di stalking, ha iniziato a perseguitare la ex compagna a dicembre dello scorso anno, dopo la fine della loro relazione, avvicinandola anche a casa della madre, dove la donna aveva trovato riparo con la bambina nata dalla loro relazione. Le minacce non risparmiavano nemmeno la ex suocera, e la bimba, per la quale ventilava di portarla in Marocco e sottrarla alla madre e ai nonni. Mesi proseguiti con attacchi quotidiani, giorno e notte, al punto che la donna doveva staccare il citofono che l’uomo suonava di continuo. Una situazione così invivibile, da spingere la donna a far denuncia, dopo quattro mesi di attacchi continui, più volte al giorno. Così il trentenne era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare che lo aveva condotto in carcere per un periodo, ma appena uscito, aveva ripreso a inviare foto e minacce all’ex compagna, finendo nuovamente in cella. Le molestie e minacce senza sosta, arricchite da insulti sempre più pesanti, erano arrivate a coinvolgere anche i genitori della vittima, che l’imputato chiamava al telefono, promettendo loro che gli avrebbe ammazzato la figlia, e che avrebbe ucciso tutti se lo avessero denunciato. Convinto che la sua decisone di allontanarlo, fosse stata determinata dalla presenza di un fantomatico altro uomo, e che quindi avrebbe ucciso anche lui. Paola Pioppi