Merate, pronto soccorso chiuso di notte: è allarme

Sul rischio coprifuoco il direttore Asst Favini non commenta

Pronto soccorso di Merate

Pronto soccorso di Merate

Merate, 15 gennaio 2019 - Pronto soccorso dell’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate aperto solo di giorno e chiuso la notte. Lo prevedono, ma non lo impongono, le nuove “Regole di gestione del servizio sociosanitario 2019” approvate in Regione Lombardia, in base alle quali «le strutture di Pronto soccorso, con una presenza media inferiore ai 100 pazienti al giorno, devono avere attive di minima equipe mediche e infermieristiche dedicate all’attività di emergenza e urgenza in numero sufficiente rispetto al volume di attività, con copertura H/12», dove H/12 significa 12 ore, cioè la copertura giornaliera.

È il caso appunto del Pronto soccorso del nosocomio brianzolo, dove nel 2018, sono passati 33mila utenti, pari a una media di 91 al dì, indicativamente tanti quanti nel 2017. Si tratta dell’indicazione degli standard minimi di assistenza da garantire, non di un obbligo, il timore tuttavia è che invece possa diventare la norma, specie in una struttura, come il Pronto soccorso dell’ospedale di Merate, dove i medici dedicati e strutturati sono già ridotti all’osso, i turni sono coperti da colleghi di altri reparti e non si riescono a trovare sostituti. A lanciare per primo l’allarme è Francesco Scorzelli, ex coordinatore infermieristico, cioè ex caposala proprio del Pronto soccorso meratese, rappresentante sindacale della Rsu interna e delegato della sigla Usb Lombardia. «Vi invito a consultare quanto riportato nelle nuove “Regole di gestione del servizio sociosanitario” già pubblicate sul Bollettino ufficiale di Regione Lombardia – avverte -. Troverete il destino del presidio di Merate ove gli accessi in Pronto soccorso sono inferiori a cento al giorno». Dai vertici della sanità lecchese tutti si sarebbero aspettati una smentita, viste le persistenti e crescenti preoccupazioni sulla sorte dello storico presidio cittadino.

«Non ho commenti in quanto le regole non si commentano, semmai si interloquisce con la direzione generale del Welfare per assicurare ai cittadini, all’interno delle regole stesse, servizi appropriati e soddisfacenti», si limita tuttavia a dichiarare Paolo Favini, neo direttore generale dell’Asst provinciale, l’Azienda socio-sanitaria territoriale a cui fa capo l’ospedale Mandic.

L’eventuale e ipotetica serrata notturna non comporterà comunque che i pazienti non saranno curati: sempre le nuove regole sanitarie prevedono infatti l’attivazione di una guardia, di un anestesista o di un rianimatore 24 ore su 24 e di un secondo medico di guardia di un altro reparto ancora.