"Mi hanno salvato la vita", le prime parole, colme di gratitudine, di Nicolò Denti, 27 anni, di Bellano, affetto da distrofia muscolare di Duchenne: è stato operato all’ospedale di Merate per impiantare un defibrillatore. La distrofia muscolare progressiva è provocata da mutazioni del gene della distrofina localizzato sul cromosoma X. È degenerativa, coinvolge la muscolatura: intorno ai 12 anni provoca la perdita della deambulazione, scoliosi, blocco delle articolazioni, complicanze gastroenterologiche, insufficienza respiratoria e complicazioni cardiache. Il coinvolgimento del cuore, che è un muscolo, è la principale causa di mortalità, è quindi di primaria importanza impostare un programma di controlli periodici per riconoscere precocemente l’inizio della disfunzione per prevenire aritmie potenzialmente letali. Il defibrillatore impiantato serve per rilevare il suo battito cardiaco irregolare ed erogare uno shock con scarica elettrica per riportare il ritmo alla normalità, come per i defibrillatori semiautomatici.
A eseguire l’intervento gli specialisti del Dipre, il nuovo Dipartimento interaziendale Respiratorio con i colleghi dell’Inrca che gestiscono il reparto di Pneumologia. "Rappresenta per la nostra Asst una super specialità", spiega Paolo Favini, direttore della sanità pubblica lecchese. È una struttura prima e unica in italia, voluta dalla direttrice di presidio Valentina Bettamio. I pazienti con la patologia devono essere seguiti costantemente e ogni operazione è a rischio, necessitano di un approccio multidisciplinare. Hanno partecipato i cardiologi Claudio Carbone e Marco Di Sabato, il direttore del nuovo dipartimento Daniele Colombo e i primari di Anestesia e Rianimazione e do Cardiologia dell’ospedale di Merate Davide Guzzon e Stefano Maggiolini, oltre alle infermiere. Daniele De Salvo