Missaglia: "Vi sparo 4 colpi e vi faccio saltare il cranio"

Da carnefici a vittime, perché "i calabresi fanno queste cose qua, no voi". "Queste cose qua" sono estorsioni e ricatti. I "calabresi" sono i vibonesi del clan Cristello

I carabinieri di Monza e Cantù hanno arrestato 22 persone in mezza Italia

I carabinieri di Monza e Cantù hanno arrestato 22 persone in mezza Italia

Missaglia (Lecco), 13 giugno 2020 - Da carnefici a vittime, perché "i calabresi fanno queste cose qua, no voi". "Queste cose qua" sono estorsioni e ricatti. I "calabresi" sono i vibonesi del clan Cristello della locale della ‘ndrangheta di Seregno e Giussano, "decapitati" dalla maxi operazione messa a segno l’altra mattina all’alba dai magistrati della Dda di Milano e dai carabinieri di Monza e Cantù che hanno arrestato 22 persone in mezza Italia. "Voi" sono invece due 24enni di Missaglia e Sirtori, due 23enni di Carate Brianza e Viganò e un 34enne di Costa Masnaga che avrebbero spillato 30mila euro tra gli altri anche all’uomo sbagliato, cioè ad uno svizzero di 50 anni noto nel mondo dei motori che avrebbero tenuto sotto scacco minacciandolo di rivelare che avrebbe avuto rapporti sessuali con giovanissimi, anzi probabilmente con minorenni. Peccato per loro che quest’ultimo si sia rivolto proprio agli amici "calabresi" per essere lasciato in pace e non dover più pagare oltre il loro silenzio e che i "calabresi" li abbiano costretti a restituire i soldi con gli interessi per intascare la propria parte.

"Avete preso i soldi in un modo sbagliato... che qua lo facciamo noi – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare che giovedì ha portato in carcere 16 affiliati, altri 4 ai domiciliari e 2 all’obbligo di firma -. I calabresi fanno queste cose qua non voi...". E ancora: "E io vi sparo quattro colpi in testa e vi faccio saltare il cranio... Avete capito no? Quindi o me li portate o andate e li prendete e li portate davanti a me perché se no vado io casa stanotte perché adesso mi avete rotto... Avete mancato di rispetto, il giorno in cui vi trovo vi disfo... vi sdraio...". I cinque giovani brianzoli, nonostante i tentativi di non restituire nulla, dopo mesi di trattative, minacce e pagamenti a rate hanno poi dovuto restituire tutti i soldi e pagare anche gli extra ai "calabresi" che li hanno recuperati. Il 50enne invece "è entrato a far parte del meccanismo ben conosciuto che, in breve tempo, pone chi si rivolge alla criminalità per recuperare i crediti in una condizione di dipendenza".