Caso caposala al Mandic, sindacalista nei guai per insubordinazione: pena ridotta

La decisione dell'Appello. A inizio pandemia si rifiutò di impiegare i suoi sottoposti nei reparti Covid

L'ospedale Mandic

L'ospedale Mandic

Pena ridotta in Appello per il caposala sindacalista condannato per insubordinazione. Dovrà inoltre essere rimborsato degli arretrati che non gli sono stati pagati. I giudici della Corte d’appello della sezione del Lavoro del tribunale di Milano hanno più che dimezzato la sanzione disciplinare contro Francesco Scorzelli, 64 anni, ex coordinatore infermieristico dell’Stc dell’ospedale di Merate - il Servizio trasporti centralizzati – e rappresentante sindacale più votato tra le fila della Rsu aziendale. A settembre 2020 era stato sospeso per 6 mesi e lasciato a casa a riposo forzato e senza stipendio, poiché, a inizio pandemia, si era rifiutato di impiegare i suoi sottoposti nei reparti Covid. Secondo lui non disponeva di dispositivi di protezione come camici e mascherine, né erano sufficientemente addestrati al loro corretto utilizzo né alla corretta applicazione delle procedure di sicurezza: si sarebbero quindi infettati e avrebbero rischiato di contagiare i pazienti. La condanna, nel 2022 confermata dai giudici di primo grado del Tribunale di Lecco, è stata ridotta di un terzo, da un semestre a due mesi appena, non l’atto di disobbedienza, quanto per i toni non consoni utilizzati. Secondo i magistrati d’Appello al caposala sindacalista, difeso dagli avvocati Gianluigi Valesini e Laura Sitzia, deve quindi essere reso quanto trattenuto in eccesso, sia come compenso, sia come contributi e spettanze previdenziali. Di più: devono essergli rimborsati 2.300 euro di spese legali oltre a oneri e spese forfettarie al 15%. Il conto di salari e contributi arretrati, spese legali e oneri e accessori, oltre che dello stipendio di chi lo ha sostituito per i 4 mesi di punizione extra non meritati, lo pagheranno tuttavia i contribuenti, non chi ha comminato una sanzione eccessiva. Si tratta complessivamente di una parcella di circa 30mila euro.

"Ci sono voluti tre anni per avere quasi giustizia – commenta il diretto interessato, funzionario dell’Usb Lombardia -. Ringrazio chi mi ha sostenuto e non mi ha lasciato solo, specie durante i difficili mesi di sospensione". Sebbene interpellati, dalla direzione generale dell’Asst lecchese non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito. Daniele De Salvo