Malgrate, l'appello: "Quei pini sono un patrimonio, non uccideteli"

Il decano degli agronomi lecchesi Giorgio Buizza sul caso dei lavori di abbattimento sul lungolago

I 12 pini marittimi condannati sul lungolago di Malgrate Dovranno essere abbattuti

I 12 pini marittimi condannati sul lungolago di Malgrate Dovranno essere abbattuti

Malgrate, 15 gennaio 2020 -  «Salvate i pini del lungolago di Malgrate". A invocare la grazia per i 12 pini marittimi condannati a morte per abbattimento per lasciare posto al sesto lotto dei lavori del lungolago, nonostante da oltre mezzo secolo regalino ombra, verde e paesaggio unico, è Giorgio Buizza, 72 anni, decano degli agronomi lecchesi ed ex consigliere comunale del Pd a Palazzo Bovara. Raderli al suolo per trasformarli in legna da ardere nel camino non rappresenterebbe solo uno scempio ambientale e paesaggistico, ma anche un danno economico notevole. "Trattandosi di alberi che hanno diametri trai 50 e i 70 centimetri, disposti in filare, in una certa posizione e con determinate caratteristiche estetiche e fitosanitarie, costituiscono un patrimonio stimabile tra i 120 e i 140mila euro", spiega l’esperto -. Il valore secondo le regole dell’estimo, adottando criteri prudenziali, potrebbe infatti variare tra i 10mila e i 12mila euro per ciascuno dei 12 pini". A tale importo devono poi essere aggiunte le spese di taglio, smaltimento, rimozione della ceppaia, acquisto delle nuove piante che sostituiranno quelle da radere al suolo, la messa a dimora, il tutoraggio e inoltre la manutenzione, senza tra l’altro alcuna garanzia che le nuove essenze attecchiranno e cresceranno

"Ignorando la presenza di questo patrimonio e fingendo sia roba da buttare, stanno procurando un depauperamento al patrimonio pubblico comunale pari a una dozzina di volte all’ammontare del progetto, sebbene non si sia stato tenuto conto in fase di progettazione e di bilancio", denuncia l’agronomo, appellandosi direttamente con una lettera aperta al sindaco Flavio Polano. «L’area in cui sono radicati i pini potrebbe diventare una bella zona, come quella sotto i cipressi del lotto precedente – suggerisce l’ex consigliere comunale democratico lecchese, protagonista di numerosi interventi per salvare l’"oro verde" che cresce sulle sponde del Lario, sempre più spesso immolo a interventi edilizi e parcheggi -. Salvaguardando lo spazio dei pini, resterebbe comunque lo spazio per realizzare un passaggio pedonale e la pista ciclabile". Soprattutto però si otterrebbe una consistente economia di oltre 100mila euro. "È possibile trovare una soluzione di buon compromesso senza ricorrere agli enti istituzionali di tutela amministrativi e patrimoniali?", chiede infine Giorgio Buizza, lasciando chiaramente intendere che è pronto ad appellarsi ai giudici del Tar e ai magistrati della Corte dei conti.