Ricatta il cliente, arrestato il trans: si indaga su altre tre possibili vittime

In manette anche il “marito”: insieme minacciavano di dire tutto ai familiari di un quarantenne lecchese

Prostituzione

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Lecco, 22 marzo 2019 - Si faceva chiamare Silvana e lavorava in un grosso parcheggio di Inverigo, sulla statale Como-Bergamo al confine con Nibionno, utilizzato dai camionisti per le soste. Ma anche dai clienti dei transessuali per appartarsi. Da qualche giorno, il suo spazio è vuoto: Luis Alberto Albino Giraldo, quarantenne peruviano – come risulta all’anagrafe al netto del nome d’arte - è in carcere al Bassone di Como, accusato di estorsione continuata in concorso. Lo hanno arrestato in flagranza di reato i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecco, mentre incassava 4500 euro pretesi da un cliente lecchese di 41 anni, in precedenza minacciato di botte, ma soprattutto di rivelare le sue abitudini alla famiglia. I militari hanno successivamente arrestato anche Marian Ovidiu Chiparca, romeno trentenne convivente di Albino Giraldo, e indicato come «marito», raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in estorsione, chiesta dal sostituto procuratore di Como Simone Pizzotti, che ha coordinato le indagini, ed emessa dal gip Francesco Angiolini. I carabinieri sono intervenuti su richiesta della vittima, che già in precedenza pare avesse consegnato denaro a Silvana, da cui otteneva anche droga oltre che prestazioni sessuali. Ma il timore di dover continuare a pagare, senza potersi sottrarre alle minacce del peruviano, lo ha spinto a chiedere aiuto ai carabinieri, vincendo l’imbarazzo di dover riferire la situazione in cui è maturata l’estorsione.

Così i militari hanno organizzato una consegna controllata del denaro lo scorso 11 marzo, i 4500 euro concordati dal cliente con Albino Giraldo, nel luogo da lui indicato. Nel momento in cui è avvenuto il passaggio di denaro, sono intervenuti, procedendo con l’arresto in flagranza. Ma le indagini sono proseguite, per dimostrare il coinvolgimento anche del complice-marito, Chiparca, individuato nella sua abitazione di Milano e portato in carcere a San Vittore. Tuttavia, prima di arrivare a eseguire i due arresti, i carabinieri avevano svolto un’indagine con intercettazioni, pedinamenti e appostamenti, per avere una serie di riscontri preliminari a quanto denunciato dal quarantunenne, ma anche per mettere a fuoco il ruolo di Chiparca.