Le montagne e il turismo frenano la differenziata

Fanalino di coda nel Bresciano è Corteno Golgi, di poco sopra al 33 per cento. Difficile introdurre il porta a porta tra le 10 frazioni dislocate in Val Camonica

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di Federica Pacella

Territorio montuoso e turismo: un binomio che, soprattutto in Val Camonica, frena la raccolta differenziata. Fanalino di coda per percentuale di differenziata nel Bresciano è Corteno Golgi, che supera di poco il 33 per cento, ma diversi Comuni della valle sono sotto l’obiettivo europeo del 65 per cento: Ponte di legno si ferma, ad esempio, a 56,70 per cento, Temù al 51,26, Cevo al 59,17, Cimbergo al 35, Paspardo al 38,69% secondo quanto rilevato dal Quaderno dei rifiuti della Provincia 2021.

"È un dato storico – spiega il sindaco di Corteno, Ilario Sabbadini – legato a una serie di motivazioni. Noi abbiamo ancora i cassonetti per strada, per cui anche dai Comuni limitrofi, dove c’è il porta a porta, molti vengono qui a portare l’immondizia e questo spiega l’elevata quantità di rifiuti pro-capite prodotti".

Fare una raccolta puntuale, con il porta a porta, tra dieci frazioni dislocate sul territorio montuoso ha rallentato, fino a oggi, l’introduzione di questo sistema. Qualcosa cambierà nei prossimi mesi, perché la società Valle Camonica Servizi ha presentato un progetto in tal senso che riguarderà nove frazioni, mentre si dovrà studiare qualcosa ad hoc per la frazione di San Pietro in Aprica (9mila utenze). Non c’è solo la conformità del territorio a rendere più complicato ciò che altrove è già consolidato da tempo.

Pesa anche la variabile delle presenze turistiche, come del resto accade anche sul Garda, dove la scorsa estate, Garda Uno aveva registrato l’aumento di plastica del 38 per cento a Salò, di vetro del 43% a Manerba, di raccolta dei cestini del 44% a Desenzano. "Noi passiamo da 1.800 abitanti a 10mila presenze – spiega il primo cittadino – con una fruizione attiva soprattutto nei week end. Organizzarsi con il ritiro dei normali secchielli non è semplice, si può fare ma ha i suoi costi economici e di gestione, perché andrebbe concentrato nel fine settimana".

Più interessanti potrebbero essere le mini-isole che si stanno sperimentando a Ponte di legno, che ha lo stesso problema di conciliare la gestione dei rifiuti con una popolazione altamente variabile nel corso dell’anno.

"Vediamo se lì funzionano – ragiona Sabbadini – Dopo l’estate potremo avere dati più concreti su cui ragionare e vedere se sono la scelta migliore, visto che ogni mini-isola ha un costo di 20mila euro". In aggiunta si andrà a realizzare un’isola ecologica, per la quale potrebbe arrivare un finanziamento dalla Regione.