ROBERTO CANALI
Cronaca

Lecco, il livello del lago è troppo basso: aiuto ai pesci per deporre le uova

I pescatori sono intervenuti posizionando delle fascine tra i 6 e i 10 metri di profondità per favorire la riproduzione

L’intervento di alcuni pescatori in riva al Lario per cercare di salvare la riproduzione

Lecco, 26 aprile 2020 -  Sono diventate azzurre come il cielo le acque del Lario adesso che c’è rimasto solo il vento a sferzarle. Barche e piroscafi sono fermi, da due mesi, e guardano il lago che sembra una cartolina, ma la sua pancia è vuota. Non piove da mesi e anche quel poco è stato trattenuto dai bacini idroelettrici della Valtellina: senza acqua è dura per i pesci deporre le uova sulle sponde ridotte a pietraie. Lo sanno bene i pescatori della Fipsas, la Federazione italiana pesca sportiva, che hanno dato loro una mano deponendo fascine di rami a mezz’acqua tra i 6 e i 10 metri di profondità. "Siamo riusciti a ottenere i permessi in questo periodo grazie all’Autorità di Bacino – spiega Stefano Simonetti, presidente Fipsas –. Il pesce del lago è in grande difficoltà e questi ripari permetteranno alle specie pregiate di nascondersi dai predatori e deporre le uove, dando modo agli avannotti di svilupparsi al riparo dei predatori". Le insidie non mancano dentro e fuori l’acqua dai cormorani che, a ritmo di mezzo chilo di pesce al giorno, si sono divorati interi banchi di alborelle, ai pesci siluro, fino all’uomo che probabilmente è il più pericoloso tra tutti i predatori.

Ogni anno per l’effetto combinato di questi fattori, tra pescato e predato, va perso il 90% dei lavarelli nel Lario, una percentuale altissima se si considera che nel vicino Garda la percentuale scende all’80%. Non è un caso che Regione ha modificato le norme sulla pesca vietando, su suggerimento dei pescatori, le reti con maglie da 32 millimetri. Un modo per tutelare bondelle e lavarelli permettendo loro di rimanere in acqua il tempo necessario per riprodursi. Per completare l’opera non resta che aumentare il livello del lago che ieri misurava 18,5 centimetri sopra lo zero idrometrico, con una percentuale di acqua in uscita superiore a quella in entrata: 89 contro 118 metri cubi al secondo. Anche in questo caso è intervenuta la Regione con una legge che impone ai proprietari delle dighe di tener conto anche delle esigenze ambientali di chi sta a valle, i grandi laghi. La direzione è quella giusta, ma per vedere i primi risultati bisognerà attendere ancora mesi.