Legnone, un loop e poi ho perso l’aereo: lo schianto del jet raccontato dal pilota

Il caccia caduto sul Legnone, le prime parole di Giampaolo Goattin ai comandi accanto al collega morto

 Giampaolo Goattin

Giampaolo Goattin

Lecco. 19 marzo 2022 - «Siamo usciti da un looping ma non abbiamo ripreso quota e non siamo più riusciti a governare l’aereo. Ci siamo lanciati poco prima di schiantarci contro la montagna". Perché non siano riusciti a terminare la picchiata e "raddrizzare" il velivolo dopo il "giro della morte" non lo ha però saputo dire Giampaolo Goattin, il pilota collaudatore di 53 anni sopravvissuto all’incidente aereo sul Legnone. Lui e il collega Dave Hasley, il 49enne inglese che invece non ce l’ha fatta, avrebbero perso il controllo dell’apparecchio all’improvviso: se per una manovra errata che ne ha determinato lo stallo, cioè la perdita di portanza per continuare a restare in volo e governare l’apparecchio, oppure per un problema tecnico o magari per una collisione, spetta ai magistrati e soprattutto agli specialisti in ingegneria aeronautica stanno indagando sull’accaduto.

Dalle tracce radar sembra che l’M-346 da circa 24.800 piedi, cioè 7.500 metri sia sceso repentinamente sotto i 2mila, perdendo rapidamente velocità. Durante tutto il volo, cominciato poco dopo le 11.15 subito dopo il decollo dalla pista di Venegono nel Varesotto, e conclusosi drasticamente alle 10.35 e 20 secondi circa contro il versante nord della montagna più alta della provincia di Lecco, i piloti si sono sempre mantenuti sopra i 5mila metri di altezza tranne appunto che fino a pochi istanti prima del disastro. La velocità è invece variata diverse volte, dai 520 nodi pari a quasi mille chilometri orari, che sono poco meno della velocità massima per un M-346, a meno 300 km l’ora.

"Dopo l’eiezione d’emergenza ho scorto Dave a sinistra rispetto a me che scendeva seguendo la traiettoria dell’aero che precipitava, poi però l’ho perso di vista", ha raccontato il superstite. Era la prima volta che azionava l’espulsione rapida: nonostante l’addestramento è stata un’esperienza traumatica perché il suo fisico ha subito un’accelerazione improvvisa di diversi G in una frazione di secondo in grado di provocare gravi lesioni. Quando i tecnici del Soccorso alpino e dell’eliambulanza lo hanno raggiunto era però cosciente e perfettamente in grado di muoversi e seguire le indicazioni del soccorritori: è stato lui in autonomia ad agganciarsi al cavo del verricello con cui è stato issato sull’elisoccorso. Al suo collega Dave invece non è andata altrettanto bene: nonostante il paracadute si sia aperto e abbia funzionato non ha avuto abbastanza spazio per rallentare la caduta.