Infermieri, all'appello mancano 41.300 giorni di ferie

Arretrati da smaltire e straordinari per il personale sanitario. Il sindacato: "Intollerabile"

Pietro Cusimano dell’Usb lombarda

Pietro Cusimano dell’Usb lombarda

Lecco, 21 maggio 2021 - Decine di migliaia di giorni di ferie arretrati e di ore di straordinari in corsia. I circa 2.600 dipendenti della sanità pubblica lecchese, medici esclusi, hanno accumulato 41.300 giornate di vacanza e 150mila ore di turni extra da smaltire e non pagati, a cui bisogna aggiungere quelle maturate quest’anno. Significano mediamente due settimane di ferie e 57 ore di straordinari ciascuno: è però appunto un dato medio, mentre in realtà ci sono parecchie persone che da sole hanno mesi e mesi interi di ferie e ore da recuperare a cui hanno rinunciato o dovuto rinunciare a forza per continuare a garantire assistenza ai pazienti. A denunciare la grave situazione, scatenata dalla carenza cronica di organico e che si trascina da prima dello scoppio della pandemia, è Pietro Cusimano, dell’Usb lombarda, all’indomani dello sciopero di venerdì scorso, quando i lavoratori degli ospedale di Lecco, Bellano e Merate e delle poche strutture sanitaria territoriali che restano hanno incrociato le braccia per protestare contro lo smantellamento della sanità pubblica locale. "Una situazione non più tollerabile sia per la sicurezza dei lavoratori, sia per i cittadini – avverte il sindacalista regionale –. Si tratta di dati gravi". Il peggio sembra inoltre debba ancora arrivare: molti infermieri – "Radio bisturi" riferisce di almeno 25 -, sono già con le valige in mano, pronti a trasferirsi altrove, soprattutto Monza. I manager dell’Asst lecchese, di cui si sono lamentati parecchi sindaci del territorio e contro cui quasi 400 dottori e dipendenti in forze al San Leopoldo e 5mila brianzoli hanno depositato una petizione al Pirellone, stanno provando a correre ai ripari con concorsi e bandi di reclutamento, quando tuttavia l’estate è ormai alle porte, senza tra l’altro molto successo. Da qui la decisione di ricorrere nuovamente ad agenzie interinali e quindi all’ulteriore esternalizzazione del lavoro. "La situazione emergenziale in corso ha solo peggiorato gravemente un quadro già abbondantemente compromesso – commenta Pietro Cusimano –. Occorre un piano di assunzioni straordinario". Lo stesso vale per i medici, poiché molti reparti risultano sguarniti.